Apriamo questo resoconto della visita del ministro Orlando e del Governatore della Toscana Rossi a Barga e Gallicano, con una buona notizia: poco fa (attorno alle 17,30, è stata finalmente riaperta al transito la strada provinciale Fornaci – Barga, chiusa nel tratto che attraversa l’abitato di Loppia per alcune frane.
Detto questo passiamo alla giornata di oggi, alle parole del ministro e del governatore che per certi aspetti, soprattutto quelle venute da Rossi, sono state quantomeno significative se non esaustive. Soprattutto per i tanti duramente colpiti dal maltempo.
La visita era iniziata questo pomeriggio da Fornaci con l’arrivo prima del governatore Enrico Rossi e poi del ministro all’Ambiente, Andrea Orlando accolti da parlamentari ed istituzioni locali.
Poi un veloce passaggio da Loppia, Albiano, Castelvecchio Pascoli e Mologno, i luoghi più colpiti del comune di Barga e poi a Gallicano dove le autorità hanno constatato nuovamente le profonde ferite inferte al territorio come quella agli allevamenti di trote di Gallicano, praticamente messi in ginocchio.
Infine l’atteso incontro avvenuto con i sindaci della Valle presso l’auditorium delle scuole elementari di Gallicano.
“Le conseguenze di un alluvione su un territorio montano e collinare come la Valle del Serchio sono più simili a quelle di un sisma distruttivo”. Così il ministro all’ambiente Andrea Orlando ha esordito, durante l’incontro con i sindaci, le associazioni di protezione civile e la popolazione colpita dal maltempo di lunedì scorso.
Il ministro Orlando (il cui intervento audio integrale lo trovate in fondo a questo articolo assieme a quello del Governatore Rossi ndr) ha ricordato il perché di disastri di questa portata: il venir meno sempre più evidente di persone nei luoghi collinari e montani e quindi di manutenzione del territorio garantita da chi un tempo lo presidiava; ma anche il modo sbagliato di costruire soprattutto nelle aree a rischio e una regimazione dissennata delle acque ed infine il clima, che indubbiamente è cambiato.
Anche sulle soluzioni per cercare di arginare il problema per il ministro il punto di partenza si basa si alcuni aspetti fondamentali: intanto di quello di permettere alle istituzioni di poter utilizzare le risorse che ci sono già: 400 milioni a disposizione delle Regioni, ma bloccati dai patti di stabilità e che invece è fondamentale utilizzare da subito; ma anche una maggiore azione strategica relativa alle infrastrutture da realizzare: “meglio un argine che una nuova piazza nel nostro territorio e soprattutto meglio un’azione mirata a difendere le infrastrutture che abbiamo, che non andare a progettare nuove opere che sono a loro volta a rischio”. Ma anche smettere di continuare a costruire, a impermeabilizzare un territorio, tutto quello nazionale, dove non c’è bisogno di nuove costruzioni.
Questi i principali aspetti su quali anche il Governo deve fare la sua parte pur con la collaborazione delle istituzioni a tutti i livelli. In conclusione la vicinanza alla popolazione ed alle istituzioni della Valle e la garanzia del massimo impegno in aiuto a queste terre così duramente colpite. Dove soprattutto il ministro è rimasto colpito dall’operosità e dalla voglia di ricostruire il prima possibile riscontrata ovunque abbia incontrato una frana o un problema: “Una lezione per tutta la nazione quella che viene dalla Valle del Serchio”.
Ma se le parole del ministro sono state più sui generis, forse alla popolazione, alle istituzioni locali a tutti coloro che erano presenti e che sono stati duramente colpiti da quanto accaduto nei giorni scorsi, sono arrivate con più forza quelle del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi: intanto il
fatto importante che sia il Governo Letta che Gabrielli della protezione Civile abbiamo da subito garantito, cosa più unica che rara, che quanto speso per gli interventi di somma urgenza, quelli che da subito ripristinano la sicurezza, saranno risarciti alle istituzioni.
Poi una boccata di ossigeno, forse piccola, ma almeno tangibile, per le famiglie e le aziende colpite: l’impegno della Regione, come già fatto anche nelle recenti alluvioni, a garantire uno stanziamento minimo di 1 milione di euro per l’erogazione di piccoli contributi alle famiglie. “Alla fine forse poche migliaia di euro, ma in grado di fare la differenza in alcuni casi”.
Aiuti in programma anche per i danni alle attività produttive: la possibile riattivazione dell’aiuto di FIDI Toscana per garantire i finanziamenti per la ricostruzione con le banche, con un credito agevolato.
Ed infine la possibilità di un progetto regionale: un investimento di 4 -5 milioni di euro ogni anno per questo territorio per interventi sulla prevenzione e sulla sicurezza. “In pochi anni – ha aggiunto – potremmo sicuramente ottenere importanti risultati e rendere il territorio molto più sicuro”.
Ma in tal senso Rossi ha richiesto che il Governo faccia la sua parte. “Questi fondi, questi milioni di euro devono però non essere bloccati, essere posti al di fuori del patto di stabilità”.
Intanto, sulla stima delle somme urgenze, summit operativo governo-regione-istituzioni locali la prossima settimana a Firenze. Per una stima precisa di costi e danni.
Nel finale Rossi ha detto anche la sua, in maniera abbastanza decisa, sul come tenere in piedi e bene, i nostro boschi. E non è mancata qualche nota polemica. Sentite il suo intervento che trovate sotto.
Tag: aiuti, regione toscana, enrico rossi, maltempo, dissesto idrogeologico, ministro, andrea orlando
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