Al Ciocco ricordata la storia dei migranti della valle del Serchio

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L’emigrazione lucchese e più in particolare quella vissuta in valle del Serchio tra ‘800 e ‘900. La sua particolarità di emigrazione positiva, caratterizzata da un grande spirito di imprenditorialità, di rinascita, di integrazione con il nuovo mondo e di grande attaccamento verso la propria terra natale, mai dimenticata ed anzi valorizzata ed aiutata.
Di questo si è parlato nella bella mattinata che, nell’ambito della prima edizione del Festival d’Autunno”, organizzato da Il Ciocco Tenuta e Parco, si è svolta in loc. La Croce, al Ciocco. In un luogo sacro e particolare, il colle di Monte San Quirico, dove un tempo sorgeva una chiesina romanica, di cui oggi restano solo alcuni resti. Un luogo a sua volta fortemente radicato nella storia dell’emigrazione perché da questa terra partii nei secoli scorsi una famiglia di emigranti castelvecchiesi, la Famiglia Gonnella, che a Chicago formò un vero impero nella produzione del pane. Tornando poi ad investire nella propria terra in quello che poi oggi è appunto la realtà del Ciocco. Uno dei tanti esempi della storia diversa ed affascinante, che è stata scritta dagli emigranti di questa terra. (continua…)

La giornata “Emigrare. Partire. Per Tornare. Sempre”, ha trattato di questo, con i temi dell’emigrazione, appunto, del ritorno e dell’imprenditorialità in Valle del Serchio. Ed ha voluto fissare con una bella lapide di marmo posta in loc. La Croce, il valore dell’emigrazione della Valle del Serchio, l’amore dei nostri emigranti per la loro terra fissato di volta in volta da uno spirito di ritorno che non è mai mancato. Da una volontà di rimanere saldamente attaccati alla terra delle origini. Sulla lapide, realizzata per l’occasione da Garfagnana Innovazione con il marmo dei nostri monti, i versi tratti da “Italy” di Giovanni Pascoli nel 1904: “Ai ritornanti per la lunga via, già vicini all’antico focolare, la loro chiesa sonò l’Ave Maria.Erano stanchi! Avean passato il mare!”
La mattinata si è aperta con il saluto dell’amministratore delegato de Il Ciocco, Andrea Barbuti e con gli interventi del presidente dei Lucchesi nel mondo , Ilaria Del Bianco, del direttore della Fondazione Paolo Cresci, Pietro Luigi Biagioni e del sindaco di Barga, marco Bonini a tirare le conclusioni.
Per la presidente dell’Associazione Lucchesi nel mondo l’importanza è oggi quella di sottolineare perfettamente il legame a doppio filo tra le comunità italo-estere e il paese di origine, un legame che ha permesso di arricchire il territorio di provenienza con l’importante esperienza acquisita lontano da casa.
Ilaria Del Bianco, ha ricordato che proprio quest’anno ricorre il 45° anniversario della Associazione: «45 anni di attività – ha detto – significano un patrimonio di legami importanti, da conservare, con le seconde, terze e quarte generazioni. Di qui l’importanza del riappropriarsi della lingua italiana anche grazie a corsi formativi locali”. Al termine il ringraziamento rivolto alla padona di casa, a Marialina Marcucci, ex vicepresidente del Consiglio dei Toscani all’estero, ricordata per la sua sensibilità a questa tematica proprio negli anni del suo impegno istituzionale.
E’ toccato poi a Biagioni entrare nel merito dello spirito dell’emigrazione lucchese e della Valle del Serchio. Ben riassunto nello splendido articolo che Giovanni Pascoli scrisse per il giornale argentino “La Prensa” dal titolo “meditazioni di un solitario italiano. Un paese donde si emigra”, denso di similitudini tra i panorami e le montagne della Valle del Serchio e quelli delle lontane Americhe. Ma dove soprattutto si sottolinea l’aspetto portante di questa emigrazione basata sulla dignità del lavoro, la voglia di riscatto, l’aspirazione a qualcosa di migliore.
Una emigrazione costruttiva e propositiva, mai triste e repressa come siamo abituati a conoscere dal cliché di tanti libri di storia, come Biagioni ha sottolineato anche ai nostri microfoni nell’intervista che potete ascoltare qui.
Il sindaco Bonini, concludendo, ha ribadito l’importanza di ricordare l’emigrazione e soprattutto la vicinanza con le comunità italiane all’estero celebrate ogni anno anche con appuntamenti significativo come la festa del conterraneo all’estero di Fosciandora o la festa dei bargo-esteri di Barga.
Tra le autorità presenti anche il sindaco di Fosciandora Moreno Lunardi, il sindaco di Gallicano, Mariastella Adami, il consigliere regionale Ardelio Pellegrinotti ed il presidente della Fondazione Pascoli, Alessandro Adami.
La mattinata si è conclusa con la scopertura della lapide benedetta dal diacono Marco Tomei.

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