C’è tempo sino al 15 agosto per visitare la sesta edizione della rassegna di arte contemporanea “Galliart” in corso presso il centrale Palazzo Simonini di Gallicano.
Le cantine dell’antico palazzo si sono dimostrate luogo quanto mai idoneo ad ospitare la mostra che quest’anno ha come tema il fantasy. Un filo comune che, ora più velatamente ora in maniera più lampante, attraversa e lega tutte le opere dei vari e validi artisti proveniente ognuno da percorsi ed esperienze diverse e con età anagrafiche varie. Si va dai giovani artisti (ma con già un curriculum di tutto rispetto) a pittori affermati.
Tra questi ultimi, sicuramente, si trovano Gianfalco Masini e Pietro Soriani ideatori e coordinatori della manifestazione non che autori di ottime opere accolte in una stanza dove oltre ai quadri è anche conservato un piccolo “gioiellino”: un libricino di carta antica interamente illustrato dal Masini in cui il disegno diviene quasi grafia del pensiero. Un pensiero, a tratti, zen.
Sempre validissima e interessante la pittura di Pietro Soriani reduce da una serata di pittura dal vivo, a Lucca, in cui ha dipinto una tela di due metri e mezzo per due metri e mezzo. E proprio nelle grandi dimensioni, il Soriani, dà il suo meglio con grandi e vibranti pennellate in cui continua a sperimentare la riuscita alchimia dei colori caldi e quelli freddi che va a cercare nelle terre del nord Europa e del sud America.
Altro artista di grande spessore è il livornese di nascita, ma lucchese di adozione, Antonio Bobò che ha esposto le sue poetiche opere, tra l’Art Noveu e il Futurismo, anche al Museo Pecci di Prato e al Moma di New York. Qui presenta una serie di pregevoli opere tra cui l’intensa “Vento”. Altro maestro è Romano Masoni, classe 1940 di Santa Croce sull’Arno, che nell’opera “Rivoglio il mio orecchio” ripercorre con colori cupi e allusivi la vicenda di Vincent Van Gogh con un’interessante tecnica mista su piombo e in maniera intelligente e mai banale come lo sono le altre opere ospitate.
Seguono i dipinti dell’architetto Mauro Lovi, le foto di Max Imagery e le sculture di Paolo Vannucchi. Tra le opere dei più giovani, invece, perfettamente in tema sono le tele di Daria Palotti reduce dal successo dell’esposizione a Lucca Comics&Games, gli acquerelli di Vanessa Thyes che con una notevole tecnica realizza desuete nature morte e gli “appunti naturalisti” di Mirta Vignatti in piccole ma piacevoli dimensioni. Poi, è la volta dell’ormai conosciuto Pier Luigi Puccini le cui opere tanto successo riscuotono in particolare tra i più piccoli.
Sempre in tema di più piccoli David Manetti ha deciso di ripercorrere le più note fiabe in quadri di grande atmosfera (si vede la sua esperienza da pittore “paesaggista”) e grande impatto in cui, però, fanno capolino alcune figure cartoonistiche che depotenziano un poco l’opera. Le sculture di David Paolinetti e le fotografie di Stefano Corsini con le loro opere tra il misterioso e l’inquietante si addicono perfettamente alle stanze “basse” del vecchio palazzo donando un atmosfera misteriosa ma affascinante.
Forse questa interessante rassegna di arte contemporanea, che speriamo nei prossimi anni sempre più si ampli, ha trovato il suo luogo più idoneo grazie, soprattutto, al fattivo contributo del Comune di Gallicano che in questa manifestazione ha creduto sin dalla sua prima edizione ideata dal duo Masini-Soriani oltre che dal compianto Sergio Fini (a cui sarebbe bene che fosse dedicata una mostra per ricordarlo degnamente, come merita) che il sindaco Maria Stella Adami e l’assessore alla cultura Loretta Mazzanti giustamente ricordano insieme a Mario Bargero (altro notevole artista) nella loro sentita introduzione al catalogo della mostra.
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