“Parliamo di lavoro. Del lavoro che non c’è più, e di quello che è rimasto, ma langue. Lungi da noi il ritenersi detentori della soluzione miracolosa. Quello che riteniamo giusto fare, è mettere delle proposte su di un tavolo. E proprio il tavolo, inteso come conferenza, potrebbe essere il punto di partenza per un’alleanza comune-imprese. Creare una serie di incontri, dove attorno ad un tavolo, si possano sedere sindaco, funzionari, rappresentanti dei vari enti e titolari o amministratori di imprese. E discutere sulle difficoltà che queste ultime incontrano”.
Lo propone sulla pagina Facebook Barga a 5 stelle, l’attivista Luca Biagiotti di Barga che rilancia il tema sulla stampa. Un tavolo, secondo i 5 stelle di Barga, per far fronte ad una situazione sempre più difficile:
“Le prime aziende a chiudere nella nostra zona e delocalizzare in Cina, sono state le imprese del distretto delle statuine, tra Bagni di Lucca e Coreglia, 7 – 8 anni fa. Poi è stata la volta della cartiera di Castelnuovo, la Georgia Pacific, che in un sol colpo a lasciato a casa circa 80 persone. Poi è arrivata la crisi dell’edilizia, dove oltre le chiusure delle tante, piccole imprese, spicca quella della Cavani Comoter, una perdita di quasi 100 posti di lavoro. E poi si arriva ai giorni nostri, con le delocalizzazioni dell’ex Italvetro, della Delicarta, il fallimento della cartiera Corsonna e il ridimensionamento della KME.
Degli artigiani o commercianti che hanno chiuso l’attività, poi, non è quasi più possibile tenere il conto.
Un’ecatombe, e un impoverimento senza precedenti per la nostra zona. Cosa si può fare per invertire il trend? Qualcosa in più possono fare anche le nostre amministrazioni locali.”
Appunto da qui la proposta del tavolo di lavoro tra amministrazioni locali ed imprese per risolvere almeno alcune problematiche:
“Per esempio, emergerebbe che uno dei problemi maggiori – scrive Biagiotti – è quello dei pagamenti in ritardo, a lunga scadenza. Provo a fare un ipotesi: e se il comune, per i tributi di sua competenza, concedesse degli sgravi a quelle aziende che, davanti al tavolo di prima, si impegnassero a pagare i propri fornitori entro un massimo, diciamo, di 30 giorni? Ovvio che ci vorrebbe un sistema di verifica, ma questo impegno potrebbe creare un circolo virtuoso ed abbassare i tempi delle scadenze di pagamento. Credo che siano possibilità, che in un momento di crisi drammatica come questo, non dovrebbero essere lasciate intentate”.
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