Smettiamo di fare allarmismo sul terremoto: la Garfagnana rischia il tracollo turistico

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La goccia ha fatto traboccare il vaso. La scossa di terremoto di magnitudo 4,4 della scala Richter di domenica è stata rilanciata dalla stampa nazionale con immagini catastrofiche. Si è parlato persino di panico e fughe in massa dalle spiagge mentre in realtà nessuno si è mai mosso (forse può essere caduto un abbronzante).
In Garfagnana vengono lamentati danni a comignoli, antiche mestaine, chiese e qualche vecchio muro o solai di case abbandonate o mai ristrutturate. Nessun cittadino in pericolo di vita e le autorità in prima linea a lavorare per la sicurezza di tutti.
Del resto in Garfagnana da oltre 30 anni si affronta la questione del rapporto tra il territorio e il terremoto, lavorando in un crescendo di iniziative atte a prevenire. Certo molto ancora si deve fare, ma di fronte ad una forte scossa come quella di magnitudo 5,2, si può affermare che il sistema Garfagnana ha retto egregiamente.
A questo punto il problema che si presenta è quello di un territorio che vive in questi mesi di economia turistica e il facile allarmismo sta mettendo in crisi tutto il settore.
Abbiamo sentito a questo proposito Luigi Favari presidente del Gal Garfagnana e Mario Puppa presidente del’Unione dei Comuni della Garfagnana.
“Stiamo affrontando con intelligenza e professionalità – ha affermato Luigi favari – l’emergenza del terremoto come pochi sanno fare. In Garfagnana la macchina è operativa in pochissimi minuti e centinaia di volontari sono pronti con mezzi e attrezzature in brevissimo tempo. Siamo bravi e ci meritiamo che questo venga riconosciuto ma ora la questione va incentrata sui danni che tanto clamore sta facendo lo sciame sismico. Dobbiamo adoperarci tutti affinché oltre al danno della paura che incute l’evento, non ci sia la beffa per una stagione deserta. La Garfagnana è terra in buona parte sicura e tanto si sta facendo ogni giorno per migliorare le strutture e gli edifici. Ovviamente poco si potrebbe fare di fronte ad un cataclisma, ma su quello come è ben comprensibile, pochi possono fare qualcosa. Fukushima insegna che anni di prevenzione nel momento di un sisma di magnitudo 9 accompagnato da un maremoto, possono perdersi in pochi secondi.
Per questo in Garfagnana lavoriamo ogni giorno a rodare e render sempre più efficace la macchina dell’emergenza e al contempo proseguire verso la prevenzione. Oggi però il messaggio che voglio dare – conclude Luigi Favari – è quello di evitare facili allarmismi che potrebbero danneggiare il turismo della valle”.

Mario Puppa aggiunge: “L’Unione Comuni Garfagnana gestisce il Centro Intercomunale di Protezione Civile, una struttura all’avanguardia concentrata in un’unica area, in posizione strategica e ben servita dalle vie di comunicazione, in cui si integrano Forze di Polizia, Vigili del fuoco e Struttura operativa dell’Unione, con uomini e mezzi operativi 24 h su 24. Il Centro ospita un’avio-superficie per l’atterraggio e il decollo degli elicotteri anche in notturna. Questa dotazione di strutture e mezzi si avvale di un gruppo tecnico – operativo che risponde con rapidità, in tempo reale, a interventi di lieve entità in qualsiasi Comune del territorio. Secondo un preciso Piano Intercomunale di Protezione Civile la struttura è capace di fronteggiare in maniera efficiente anche emergenze più gravi come il terremoto di questi giorni.
Per tutto questo la Garfagnana è stata al centro di sperimentazioni e di maxi esercitazioni che hanno portato alla creazione di un vero e proprio ‘modello Garfagnana’. Un’eccellenza nella gestione della Protezione civile a livello locale che si è confrontata con le realtà di tutt’Italia nelle attività di soccorso. L’aver riconosciuto a livello nazionale il “modello Garfagnana” ha ripagato gli sforzi dei Comuni che hanno lavorato insieme negli ultimi decenni.

Ma non solo. La Garfagnana ha fatto della prevenzione antisismica una delle priorità del suo sviluppo. Fin dagli anni 80 sono stati avviati investimenti per interventi su edifici pubblici ‘strategici’. A questi sono stati affiancati nel tempo ingenti incentivi pubblici per interventi su edifici privati. Investimenti significativi atti al miglioramento sismico delle strutture in modo da evitare danni in caso di un evento sismico. Proprio per questa attività di prevenzione – ha concluso Mario Puppa -, da oltre 30 anni, il nostro territorio è in grado si sopportare un attività sismica che in altre zone d’Italia avrebbe causato danni ben più significativi.”

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