Per Barga gli italiani all’estero sono… stranieri?
C’è chi lo afferma nettamente riferendosi alla tassazione sulla seconda casa: una cartolina anonima recapitata presso la nostra redazione che recita, testualmente:
“IMU Seconda Casa Comune di Barga – Per Barga, gli italiani all’estero sono stranieri. Chi non ce la fa a pagare dovrà svendere la prima casa. AIRE”
Niente di più è riportato sul documento che solleva, in effetti, una questione delicata: i barghigiani all’estero che hanno casa in Italia e che tornano di sovente per ritrovare famiglia, amici e radici, sono da considerare proprietari di una seconda casa?
Anche perché, stando alle aliquote IMU, pagare per la seconda casa (o altra proprietà) è una bella “pisola”.
All’introduzione dell’IMU il governo ha lasciato facoltà ai comuni di scegliere tra un certo range le aliquote per prima e seconda casa (voce in cui rientrano anche altri fabbricati e terreni edificabili); il comune di Barga ha dunque scelto di mantenere al minimo la tassazione per le prime case, applicando il il 4 per mille sul valore catastale, ed alzando al massimo consentito l’aliquota prevista per le altre proprietà che, da un minimo proposto di 7,6 per mille è stata portata al 10,6 per mille. Più del doppio di quanto si pagasse prima con l’ICI, analoga tassa sulla proprietà immobiliare poi sostituita dall’IMU.
Tanto per far capire la differenza, ed a puro titolo di esempio, un appartamento degli anni ’80 a Barga in zona Giardino è passato dai 170 euro dell’ICI ai 445 dell’IMU (quota semestrale).
Un appartamento ristrutturato nel centro storico pagava con l’ICI 123 euro e adesso ne paga 299 (rata semestrale).
Un appartamento nuovo (anno 2005), pagava con l’ICI 148 euro mentre con l’IMU sono saliti a 359 (rata semestrale).
I Comuni, Barga in primis, si difendono: una decisione quasi obbligata, dato che lo stato pretende per sé una bella fetta di quanto introitato, cosa che con l’ICI non avveniva: quanto riscosso rimaneva interamente nelle casse comunali.
Un boccone amaro per gli italiani che possiedono più di un immobile, un colpo al cuore e al senso di appartenenza per gli italiani all’estero, che si sono visti trattare come possidenti immobiliari e non come residenti che passano poco tempo a casa.
I comuni avrebbero la facoltà di allungare la coperta della prima casa, estendendo il trattamento favorevole (secondo l’articolo 13 del Dl 201/2011) anche alle unità immobiliari (sfitte) possedute in Italia dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello stato, ma la cronica mancanza di fondi ha probabilmente fatto decidere, anche a Barga, di non considerare i bargo-esteri una categoria a cui applicare questo bonus.
Appelli per rivedere questo criterio – il considerare prima casa solo l’abitazione dove si passa più tempo – sono stati lanciati da diverse associazioni di italiani all’estero riunite sotto l’AIRE, l’Associazione Italiana Residenti all’Estero. Una voce è anche quella del fornacino – svizzero Dino Nardi, coordinatore Uim in Europa e membro del Cgie che poche settimane fa, sull’argomento IMU da ha dichiarato: “Vogliamo ricordare al capo del governo, al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, ai capigruppo di Camera e Senato e, soprattutto, ai parlamentari eletti nella circoscrizione Estero, la discriminazione dell’attuale normativa dell’Imu nei confronti dell’abitazione degli emigrati italiani e il danno enorme, non solo economico, che ne deriverebbe per l’Italia se i suoi cittadini residenti all’estero decidessero di disfarsi di queste loro proprietà il cui costo, tra utenze varie ed imposte, è diventato ormai insopportabile finanziariamente per molti di loro.” Prendendo inoltre l’impegno a patrocinare le ragioni degli italiani residenti all’estero: “Come Unione degli Italiani nel Mondo in Europa chiediamo, pertanto, che, quando nel Parlamento si andrà a modificare l’attuale normativa sull’Imu, si provveda anche – conclude Nardi – a riconoscere come prima casa pure l’abitazione (sfitta) degli italiani all’estero iscritti all’Aire”.
Comprensibile quindi il livore della cartolina e di alcuni rappresentanti dei barghigiani all’estero che ha scatenato questa riflessione, anche perché le spese di chi vive diviso tra Italia e estero, tra Scozia e Barga, ad esempio (ma sappiamo che i cittadini originari della nostra terra sono davvero sparsi ovunque) sono sempre maggiori e rischiano di mettere a repentaglio il legame affettivo e culturale che rimane, come fosse scritto nel DNA, tra chi ha radici italiane ma per i più vari motivi risiede all’estero per la maggior parte del suo tempo.
Tag: bargoesteri, aire, italiani all'estero, imu
Luti Giuseppe
4 Luglio 2013 alle 14:45
IMU Bargo-esteri
Non voglio entrare nel merito se i Bargo-esteri debbano o meno pagare, per la casa in Italia, l’IMU come prima o seconda casa. Voglio solo fare una precisazione circa quanto riportato dall’autore dell’articolo circa le o la dichiarazione delComune di Barga su chi riscuote l’IMU anno 2013.Per quanto riguarda l’IMU 2013 va detto chiaro e tondo che lo stato non riscuote niente, sia l’IMU sulla prima che quella sulle seconde case va tutto nelle casse del comune di competenza.Quindi é falso far passare che lo stato si prende “una bella fetta” della tassa. Ve dice uno che l’IMU la paga sulla prima e sulla seconda casa (avuta in eredità dai genitori, deceduti).Pertanto, é ipocrita e fraudolentemente ignobile a far passare una informazione sbagliata, bugiarda e politicamente di comodo. L’IMU 2013 e tutta ad appannaggio dei comuni.Quindi si potrebbe dedurre che i comuni, in primis quello diBarga, ben sapendo che i soldi sono tutti suoi, poteva anche pensare di diminuire l’aliquota del 10,60% sulla seconda casa.E’ cosi che si fa gli interessi dei cittadini, Non scaricando il barile dando false colpe a qualcun’altro.Comunque Voi prego di non far passare per oro colato le dichiarazioni del “Comune” e controllare, se possibile, la veridicità delle stesse.Giuseppe Luti04-07-2013