Si chiama “Come di calda pietra” e mutua il suo titolo da un’opera di grandi dimensioni realizzata anni fa e poi donata al Liceo Classico di Castelnuovo. E, come quel lavoro, molte delle tele della mostra di Sandra Rigali ritraggono donne che spesso sono ancora da “sgrossare”, sono appena abbozzate come se fossero ancora da scoprire.
Facile intuire, quindi, che la mostra inaugurata oggi presso le Stanze della Memoria sia una ricerca attorno al mondo femminile, lì rappresentato con opere di diverse epoche e quindi tra loro differenti, ognuna però dotata della usa identità, e talvolta, rappresentata come icona o antica venere.
Realizzate con poche pennellate monocrome “come se non sapessero ancora camminare” o in modo più dettagliato, i lavori esposti rappresentano un percorso di anni non ancora concluso sulla donna e sull’essere donna, essenza avvertita a volte in movimento, a volte immobile, a volte definita, a volte sfumata.
Assieme ai paesaggi, la figura femminile è uno dei temi più indagati da Sandra, i cui lavori, assieme a quelli della collega fotografa Caterina Salvi, sono esposti permanentemente nello studio di via di Borgo a Barga, dove le due artiste lavorano.
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