Arti Differenti: intervista a Omar Galletti, pittore

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Indica una frase che per te riassume il tuo modo di fare arte

Il piacere e l’angoscia di rendere visibile le mie suggestioni temporali.

Omar Galletti, nato a Monza, dopo una continua sperimentazione approda alla sua dimensione artistica caratterizzata da un istintivo trattamento della materia. Come nascono le tue opere innovative?

Le mie opere nascono da un’esigenza inconscia di raccontare storie, luoghi ed emozioni dell’uomo attraverso simboli, icone e immagini.

Disegnatore tecnico prima e grafico pubblicitario dopo. Parlaci di ciò che influenza ed ispira la tua arte.

Sono affascinato dai misteri dell’umanità, una continua ricerca di nuove sensazioni e verità che caratterizzano la nostra vita.

Con l’utilizzo della tecnica mista, attraverso le tue stratificazioni materiche racconti di mondi fantastici e simbolici. Quanta importanza dai al colore?

Nell’ambito fotografico apprezzo molto le immagini in bianco e nero ma nella creazione di una mia opera è impensabile non dare anche solo un graffio di colore con la spatola.

Per quanto mi riguarda è la stessa natura che si “colora” con il passare del tempo ed è fondamentale sottolineare ogni pensiero e ogni gesto istintivo con il colore.

Che tipo di rapporto hai con il teatro?

Direi ottimo, appena riesco ci vado volentieri ed è da quel palco che si vede se un attore è realmente formato; ci vuole impegno, passione e dedizione.

Ricordo con immenso piacere, quando durante le superiori facevo parte del gruppo teatro della scuola, all’epoca scrivevo poesie e realizzavo le scenografie per gli spettacoli, tante emozioni indimenticabili.

Arti Differenti nasce come ricerca di contatto tra l’arte figurativa contemporanea ed il mondo del teatro, è un tentativo di dialogo più profondo fra linguaggi espressivi diversi. Racconta le tue sensazioni in merito a questa esperienza.

Un’esperienza nuova, particolarmente interessante e da approfondire.

La pittura e il teatro sono due forme d’arte diverse, ma con molti punti in comune.

Per entrambe ci vuole talento, formazione, esperienza e fortuna, perchè anche quando c’è improvvisazione sia sul palco che sulla tela, se alla base non c’è un forte bagaglio tecnico, il risultato non sarà considerato arte.

www.omargalletti.com

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