Non toccare, anzi salvaguardare i servizi ospedalieri presenti nel “San Francesco” di Barga, anche ultimamente troppe volte depauperato in silenzio di attività importanti.
Lo chiede al direttore generale dell’ASL di Lucca ed all’assessore regionale Luigi Marroni il comitato per la difesa del cittadino di Barga, autore nei giorni scorsi della proposta di referendum popolare per decidere la localizzazione del nuovo ospedale della Valle. Il Comitato in questo caso si rifà alla prossima organizzazione dei servizi ospedalieri dei nosocomi di Barga e Castelnuovo, ma anche alla più o meno silenziosa operazione che sta portando avanti l’azienda: un lento, ma progressivo smantellamento dei servizi dell’Ospedale di Barga e che è già iniziato da tempo. “Queste cose sono tabù – scrive il comitato – ma un giorno o l’altro che qualcuno avrà bisogno di recarsi al San Francesco troverà la porta chiusa con la scritta ‘Rivolgersi a Castelnuovo'”.
Al direttore generale ed all’assessore regionale il Comitato scrive: “Dite che in questa Valle non ci possono stare due Ospedali a distanza di 15 chilometri l’uno dall’altro. Ma dove sono i due ospedali?
In valle del Serchio esiste un unico ospedale diviso in due presidi e questo è quanto scritto anche nell’accordo firmato dalla Regione e dai Sindaci nel ’95”. Il Comitato si rifà proprio agli accordi del 1995 che prevedevano la realizzazione su Barga di un polo medico e su Castelnuovo un polo chirurgico e chiede in sostanza che si rispettino gli accordi presi allora, andando a rimediare alle lacune nel frattempo create sull’ospedale di Barga e portando sul “San Francesco” quei reparti decisi sulla carta, ma mai arrivati.
“Secondo il comitato l’unica maniera per realizzare una riorganizzazione che permetta effettivamente di risparmiare risorse, basterebbe che fossero potenziati e perfezionati i servizi esistenti nelle due strutture rivedendo meglio l’organizzazione del presidio ospedaliero Valle del Serchio”.
Il Comitato invece denuncia che a Barga si stia procedendo allo smantellamento progressivo del presidio:
“La radiologia è aperta solo due giorni alla settimana; in ginecologia/ostetricia i tagli cesarei sono programmati per solo due giorni alla settimana a Barga mentre tutto il resto si svolge a Castelnuovo (nell’accordo del 1995 questo reparto doveva operare solo a Barga)”.
Denuncia anche l’impoverimento dei materiali che investe il presidio di Barga tanto che alcuni esami sono stati annullati per mancanza di attrezzature. Infine una stoccata ad alcuni medici che non vogliono lavorare al “San Francesco” (e che anzi lavorano per lo spostamento di alcuni reparti, queste sono però voci di corridoio che riportiamo noi ndr): “invece di aggredire verbalmente gli utenti dovrebbero svolgere il loro lavoro al meglio”.
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Insomma per il Comitato è già iniziata l’operazione per smantellare Barga e spostare i servizi a Castelnuovo, anche se: “qui non sono ancora terminati i lavori dell’antisismica e le sale operatorie non sembrano essere a norma. E poi i sindaci della Garfagnana ci vengono a dire che bisogna essere uniti, ma per cosa, per chiudere il San Francesco”? Una struttura bella, ben fatta, accogliente, con reparti nuovi e a norma, con tanto di giardino e di un nuovo parcheggio e, soprattutto, con la possibilità di ampliamento? Senza dimenticareche la maggior parte dell’utenza e il maggior numero di fabbriche e cartiere sono in Media Valle.”
Il Comitato ricorda al direttore generale ed all’assessore regionale che sui due presidi di Barga e Castelnuovo sono stati spesi milioni di euro in questi anni e ora si vuole procedere alla loro chiusura per realizzare un ospedale nuovo
“Non è sperpero di denaro pubblico? – si chiede il comitato – Se comunque avete così tanti soldi per farne uno nuovo, ma un Ospedale che si possa chiamare “Ospedale” fatelo pure, però fino a che questo non sarà pronto dovete lasciare tutto com’era; deve essere rispettato l’accordo del ’95, che anzi va migliorato perché sempre, ammesso e non concesso che il nuovo ospedale venga realizzato, non sarà certamente pronto prima di 7/10 anni. Chiediamo a questo punto che Ginecologia/Ostetricia e tutto ciò che è stato tolto torni a Barga; che la Radiologia funzioni tutti i giorni come prima e chiediamo che i Reparti di Medicina e dialisi di Castelnuovo vengano chiusi ed accorpati a Barga proprio come prevedeva l’accordo del 95 che non è mai stato rispettato. Cosa che permetterebbe già un notevole risparmio sui costi).
Infine una riflessione riguardante i regolamenti che portano ai voti della conferenza dei sindaci, sia dell’articolazione zonale che di quella generale. Il Comitato chiede, visto quello che è accaduto ed il fatto che in base alle quote attuali possano essere assunte decisioni che non rappresentano la maggioranza< della popolazione della Valle, che venga rivisto il regolamento per le votazioni. “Possibile infatti – conclude la lettera – che i 17 Comuni della Garfagnana con una popolazione totale di circa 23.500 abitanti possano avere la maggioranza su i cinque Comuni della Media Valle con una popolazione di 35.000 abitanti?!”
Intanto sulla questione riorganizzazione pone l’accento anche il Comitato per la sanità della Valle del Serchio ci castelnuovo Garfagnana. ecco che cosa scrive:
“Il comitato Per la Sanità nella Valle del Serchio osserva con preoccupazione l’attuale discussione pubblica in ambito sanitario. Al centro dell’attenzione di alcuni esponenti politici sembra essere rimasta la questione della localizzazione del nuovo presidio, mentre il momento richiederebbe invece di concentrarsi sui servizi sanitari, sia guardando alla prossima riorganizzazione che alla futura nuova struttura.
In questo senso, sono state rassicuranti le recenti parole del dottor Vannucci, autore della nota relazione tecnica sui siti proposti: l’esperto ha chiarito come la commissione non abbia mai detto che nel sito di Piano Pieve si possa avere soltanto un ospedale ridotto, perché “i siti proposti sono tutti molto vicini” e una distanza di 11 km “non dovrebbe determinare tipologie di ospedale differenti”. Se questa è una buona notizia, data la decisione presa dalla Conferenza dei sindaci, lo è meno notare come Vannucci non abbia invece smentito quei tagli ai servizi che entrambi i tipi di ospedale prefigurati dalla commissione avevano delineato rispetto al Protocollo d’intesa firmato nel 2012 da Regione Toscana, Asl 2 e Conferenza dei Sindaci: Cardiologia, Radiologia, Pediatria, Centro trasfusionale e Chirurgia d’urgenza rimangono fortemente a rischio, nel nuovo presidio ospedaliero e quindi anche nell’attuale, così come era stato subito chiaro nel dicembre scorso di fronte alla relazione.
Il timore è che la Regione Toscana intenda ridimensionare seriamente il proprio impegno in Valle del Serchio rispetto agli accordi sottoscritti nemmeno un anno fa e riconfermati nei mesi seguenti: se così fosse, proseguire ancora l’estenuante lotta intestina sulla localizzazione sarebbe una strategia colpevolmente fallimentare. Lo sguardo della Valle deve superare il sospettoso scrutarsi tra vicini di casa, deve finalmente cambiare orizzonte e rivolgersi a Firenze: siamo appena 60mila da Minucciano a Borgo a Mozzano, quando mai ci renderemo conto che la nostra è una comunità numericamente piccola? Che solo con una lotta convinta, determinata ed unitaria possiamo difendere efficacemente i nostri diritti? Lo diciamo con le parole usate dal sindaco di Bagni di Lucca a Monte San Quirico: “Sono prontissimo, se si sceglie per la Pieve, a lottare perché abbia i servizi: ricordiamoci che ci sarà da combattere forte tutti insieme, perché ci confronteremo con una serie di poteri che vanno contro gli interessi dei piccoli comuni”.
Questa è per il comitato la direzione giusta: i nostri politici ritrovino unità d’intenti, dimostrino determinazione a lottare nell’interesse dei cittadini. Ci affidiamo in modo particolare ai nostri rappresentanti in Regione, i consiglieri Marco Remaschi e Ardelio Pellegrinotti: avete spiegato a tutti noi che la costruzione di un nuovo ospedale unico è necessaria, l’unica via per garantire una tutela adeguata del nostro Diritto alla salute: è giunto il momento di dare il massimo per non fallire l’obiettivo”.
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