Dopo una pausa abbastanza lunga riprendono le trattative tra le organizzazioni sindacali e KME.
Il nuovo incontro tra le parti si terrà questo lunedì 18 marzo a Firenze, presso la sede dell’Associazione Industriali.
L’annuncio viene dato dal segretario provinciale della FIOM, Massimo Braccini che in un comunicato esprime le sue speranze per la possibilità che possa essere trovata una linea comune per risolvere la vertenza in corso che ricordiamo ha visto da parte di KME l’apertura della procedura di mobilità (licenziamento collettivo, sottolinea Braccini) per 261 lavoratori, di cui 142 nello stabilimento di Fornaci di Barga.
La trattativa è rimasta ferma ad una significativa apertura circa l’altro punto del contendere, lo spegnimento del forno fusorio Asarco presso lo stabilimento di Fornaci. Impianto che, ricorda Braccini, l’azienda avrebbe manifestato la volontà di mantenere operativo.
Si riparte insomma da qui con la piena consapevolezza da parte dei sindacati, sottolinea il segretario della FIOM: “che in questa trattativa si discute del futuro di uno stabilimento storico e dell’intero gruppo in Italia. Pensiamo che vi siano ancora i margini per provare a rilanciare lo stabilimento e il gruppo in Italia, ma che questo non possa avvenire attraverso i licenziamenti di massa e la chiusura di importanti impianti quali il forno Asarco .
[dw-post-more level=”1″] Riteniamo che si debba aprire un confronto serrato e concreto, abbiamo ancora un mese circa di tempo per poter trovare un’alternativa ai licenziamenti e per provare a ragionare fino in fondo sul come non solo non si spegne il forno, (5 giorni al mese di attività come negli ultimi periodi non è una soluzione), ma si prova a riportarvi lavoro e produzioni, anche perché, una parte degli esuberi comunque è legata al funzionamento o meno di questo impianto.
Come sindacato sappiamo di avere un grande ruolo di responsabilità e che dobbiamo tenere tutto assieme, provando a garantire gli impianti, non facendo licenziare nessuno, perché ogni lavoratore, ha il diritto di trovare una risposta alternativa al licenziamento.
L’azienda da parte sua deve dare un colpo d’ala, lo stabilimento necessita di un nuovo patto tra sindacato, lavoratori e impresa, anche in termini organizzativi e di gestione, abbiamo bisogno di accordi credibili che mettano tutti nella condizione di sapere che ci possiamo risollevare.
Quindi l’azienda – conclude Braccini – deve trovare un piano alternativo con alla base i punti cardine di un vero rilancio della KME a Fornaci di Barga e in Italia”.
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