Nel consiglio comunale svoltosi a Barga giovedì scorso, improntato sul tema della sanità della Valle del Serchio e dell’Ospedale unico, merita di essere sottolineato l’intervento del consigliere Nicola Boggi, che è anche il presidente dell’Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio. Boggi, in sostanza, si rifaceva l’altra sera alla presa di posizione dei sindaci che hanno votato la localizzazione di Pieve Fosciana, rifiutando di fatto la possibilità che esistano tipologie diverse di ospedale a seconda della sua localizzazione, in quanto invocando, come unico documento da seguire e veritiero, il progetto di fattibilità che venne votato dai sindaci più di un anno fa e quindi negando la possibilità di diverse ipotesi di servizi e posti letto.
Un atteggiamento che secondo Boggi è abbastanza controverso ed anche contradditorio come ci dichiara in questa intervista:
“Quella che poteva apparire come una decisione drammaticamente errata nei contenuti per il futuro della sanità, come quella assunta dai 13 sindaci votata il 7 gennaio, appare però alla luce della ratifica e di come si è sviluppata l’assemblea del 28 febbraio scorso, una precisa volontà di non voler entrare nel merito della questione su quella che è la decisione più importante degli ultimi anni e che determinerà il futuro per i prossimo30 anni delle politiche sanitarie del nostro territorio – dichiara Boggi – Si è voluto votare una scelta al buio. Si è voluto comprare a scatola chiusa, rifiutandosi di ascoltare le importanti indicazioni scientifiche e tecniche che prima si è chiesto e poi si è negato”.
Ci spieghi meglio…
“Ho maturato questa considerazione, rileggendomi i verbali delle assemblee dei sindaci che si sono succedute nell’ultimo anno.
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I sindaci hanno optato per Piano Pieve fondando esclusivamente la loro scelta sullo studio di fattibilità preliminare che fu discusso ed approvato all’unanimità dall’articolazione zonale in una seduta tenutasi il 12 dicembre del 2011. Vorrei però ricordare che proprio in quell’assemblea, un gruppi di sindaci accolse con freddezza lo stesso studio di fattibilità che oggi sembra un dogma che a detta degli stessi garantisce il profilo della struttura sanitaria della Valle.
Sette sindaci della Valle in quella occasione chiesero di aggiungere un allegato allo studio di fattibilità preliminare ed è bene ricordare chi fossero: i sindaci di Piazza al Serchio; San Romano in Garfagnana; Minucciano; Pieve Fosciana; Gallicano; Camporgiano; Vagli. L’allegato che vollero aggiungere e che poi fu assunto in maniera unanime dall’assemblea, si concludeva con queste parole: “Resta comunque inteso che stiamo discutendo ed approvando un documento preliminare, volto ad avviare un serio percorso di analisi dei fabbisogni sanitari del nostro territorio e le possibili risposte ospedaliere; proprio in questo senso, sembrano doverosi e necessari, nuovi approfondimenti che permettano a tutti di dare la miglior risposta possibile alle reali esigenze del territorio. Sottolineando che questo passaggio dovrà avvenire nella più ampia condivisione possibile di tutti gli attori: cittadini, organizzazioni di categoria, operatori del settore, Associazioni”.
Proprio tenendo conto di queste indicazioni nell’arco del 2012 l’articolazione zonale dei sindaci, unanimemente, decide di essere supportata, nella decisione intorno alla localizzazione, dal lavoro di una commissione tecnica che fornisca valutazioni di carattere scientifico sulle prospettive di localizzazione proposte. A distanza di un anno, il 20 dicembre scorso a Castelnuovo, queste considerazioni vengono presentate, ma dal 20 dicembre al 7 gennaio, data della votazione che ha orientato la scelta dell’articolazione, queste valutazioni sono state negate e il documento che il 12 dicembre 2011 era accolto, ma che gli stessi sindaci chiedevano che fosse rivisto, a questo punto è diventato un elemento fondamentale. Pià volte ripreso e sottolineato proprio da tanti di quei sindaci che allora erano perplessi
A distanza di un anno solo il sindaco di Gallicano si è dimostrato coerente nell’approccio della discussione che si è sviluppata sia in articolazione che in conferenza dei sindaci: ha motivato il suo voto di astensione con la necessità di entrare ancora più nel dettaglio delle scelte e delle caratteristiche che avrà- il nosocomio che verrà costruito
Mi piacerebbe conoscere invece i motivi che hanno portato gli altri sindaci, a cambiare idea. Sarebbe importante sapere come mai questi sindaci che un anno fa erano così prudenti e desiderosi di conoscere ulteriori dettagli, a distanza di un anno, hanno certezze granitiche sullo stesso piano di fattibilità su cui espressero dubbi importanti. Sul perché un anno fa palesavano una legittima necessità di avere a disposizione elementi per poter compiere una valutazione più completa ed oggi inneggiano a quel piano come l’unico da tenere in considerazione”.
Insomma alcuni sindaci non hanno voluto tener conto delle precisazioni tecniche e sanitarie in sostanza ed hanno approvato come diceva a scatola chiusa?
Le rispondo con una domanda. Quali sono stati i momenti di approfondimento che ci sono stati sulla questione localizzazione se non quelli espressi dalla commissione tecnico-scientifica che loro stessi insieme a tutti i sindaci della Valle avevano richiesto? Prima si richiede di spiegare meglio che cosa ci aspetta e poi quando quello che ci viene detto non ci fa comodo si decide di non tenerne conto. Bisognava prenderne atto di quegli approfondimenti. Ed invece sulla decisione più importante sulla sanità della Valle si è voluto votare a scatola chiusa”.
Oggi si fanno richiami all’unità della Valle – conclude Boggi – ma sarebbe bene che qualcuno rivolgesse per se certi richiami. Mi riferisco a chi ha assunto una decisione così importante per tutti senza voler entrare nei contenuti. Questo atteggiamento sì che sta mettendo in seria difficoltà la condivisione e l’unità di Valle così faticosamente costruita negli anni passati.
Oggi si accusa il sindaco di Bonini di forzature sul voto, ma qui l’unica forzatura è stata attuata da chi non ha voluto ascoltare approfondimenti ed indicazioni scientifiche che avrebbero permesso di fare la scelta migliore e più sensata per il nuovo ospedale unico, basandosi esclusivamente su una scelta che non posso che definire partigiana e fatta col paraocchi”.
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