Settimane decisive per la crisi del Corsonna

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La crisi del Corsonna. Le prossime settimane saranno decisive per capire il futuro degli 99 dipendenti dello stabilimento di Castelvecchio Pascoli di proprietà della famiglia di Luigi Marcucci ed oggi in serie difficoltà finanziarie che sarebbero la causa della crisi. Per la prossima settimana è previsto un tavolo istituzionale, direttamente richiesto dal sindaco di Barga, Marco Bonini e dall’assessore provinciale Gabriella Pedreschi, al quale siederà l’azienda oltre che i sindacati, ad al quale saranno invitati anche i rappresentanti locali delle istituzioni a tutti i livelli, dalla Regione al Parlamento. Ma il passaggio definitivo lo si avrà tra quindici giorni, dato che a metà mese potrebbe avvenire, se tutto andrà bene, la firma dell’accordo per il passaggio di consegne  del Corsonna ad una nuova società.

Tutti gli occhi sono puntati sulla possibile intesa tra il gruppo ed un imprenditore trevisano che sarebbe disposto a rilevare lo stabilimento prendendolo in affitto per 12 anni e poi eventualmente acquisendolo al termine di questo periodo. Tra le condizioni poste per arrivare all’accordo, l’impegno dei dipendenti a garantire fino ad allora la continuità del loro lavoro. Ci sono però anche altre condizioni. Se l’accordo andrà in porto scatterà prima la cassa integrazione per tutti e i dipendenti. L’impegno della nuova gestione sarebbe però quella di assicurare praticamente da subito il posto di lavoro a 45 dipendenti. Per altri 20 la cassa integrazione potrebbe proseguire per un periodo comunque non troppo lungo, se tutto andrà bene ovviamente, mentre per i 24 dipendenti mancanti dopo la cassa integrazione non ci sono possibilità certe. Alcuni potranno essere accompagnati al prepensionamento, ma per altri bisognerà studiare nuove soluzioni e proprio questo dovrebbe essere uno dei noccioli della discussione del tavolo istituzionale previsto per la prossima settimana.

Venerdì sera la situazione è stata prospettata dai sindacati ai dipendenti dello stabilimento riuniti un’assemblea. I sindacati studieranno per i prossimi giorni anche come muoversi. Per il momento è stato tenuto un profilo basso per non turbare una trattativa che pare davvero molto delicata, ma non è escluso che una manifestazione venga organizzata la prossima settimana.

La situazione è comunque ancora tutta in divenire. 24 posti sono a rischio certo e se saltasse l’accordo i posti che salterebbero sarebbero molto di più. Comunque vada qualcuno perderà il posto di lavoro. Tanta quindi la preoccupazione tra i dipendenti e ieri all’ingresso della fabbrica sono apparsi alcuni striscioni di protesta (nella foto di Matteo Casci alcune delle scritte) nei confronti della attuale proprietà.

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