Rischio idrogeologico. Per il sindaco: “senza adeguati finanziamenti territori sempre più fragili”

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La Toscana si dimostra un territorio fragile da un punto di vista idrogeologico.  Sono circa 90mila le frane censite, 30mila quelle ancora attive. Di queste 5mila in prossimità di centri abitati, case, strade e quindi da monitorare con maggior attenzione. Tra le zone a maggior pericolo, oltre alle Apuane, sono sotto osservazione territori come il Mugello, la Garfagnana e il Valdarno.

Secondo l’ordine dei geologi regionale la Toscana è una regione con molti rischi geologici e Lucca guiderebbe, con il 31% di aree a rischio, la classifica italiana delle provincie. Sul fronte frane ancora Lucca primeggia con il 23% del territorio ad alto rischio potenziale. Secondo le stime dei geologi per catastrofi idrogeologiche in Toscana dalla fine della guerra al 1989 sono morte 446 persone in 51 eventi, dal 1990 al 2001 i morti sono stati 58, 9 i dispersi, 15 i feriti, oltre 2000 i senzatetto, circa 2.500 gli sfollati.

Ecco perché assumo particolare significato le parole pronunciate ieri dal sindaco di Barga, Marco Bonini durante

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le ore concitate dell’emergenza maltempo.

“Facendo la stima dei danni le cose sono andate meglio del previsto ed i danni ci sono sì stati, ma non di notevole entità. Rimane al momento solo chiusa in via cautelativa la strada di Montebono in loc. Angeletti a causa dell’erosione della piena del torrente Corsonna.

Quanto accaduto ieri, semmai, ci obbliga a fare un nuovo ragionamento sulla possibilità di prevenire i danni dovuti al rischio idrogeologico. Per quanto riguarda gli interventi di somma urgenza una parte delle spese da noi sostenute viene coperta, ma per quanto riguarda gli interventi di ripristino e di messa in sicurezza delle situazioni più a rischio non viene più concesso nessun tipo di finanziamento ai comuni e si tratta di un gravissimo errore. Questo è un grosso problema perché laddove vengono verificate situazioni a rischio non siamo più in grado di intervenire realizzando gli adeguati interventi di bonifica e di messa in sicurezza. Il territorio diventa quindi più fragile e sarà sempre peggio se non si porre rimedio a questa situazione. Anche piccoli eventi, d’ora in poi, saranno in grado di procurare danni elevati. E questo perché non ci sono più i fondi per intervenire sul territorio nell’attività di prevenzione. E’ una situazione assolutamente inaccettabile, proprio per il fatto che viviamo in un territorio a forte rischio.

Riguardo ai danni dell’maltempo di ieri, Bonini torna poi a puntare il dito sulla vera e propria emergenza rappresentata dalle piene del Serchio nella zona a monte del ponte tra Mologno e Gallicano. L’erosione del terreno si sta facendo sempre più accentuata e peggiora ad ogni ondata di piena. Adesso a rischio è un traliccio ENEL ormai vicinissimo al fiume. “Non si può più rimandare l’intervento di ricostruzione della Scogliera Mordini che ormai attendiamo da anni – ci dice – Era indispensabile per limitare le piene del Serchio ed i danni che il fiume sta procurando sia sulla riva di Mologno che su quella di Gallicano che infatti aumentano ad ogni piena. Anche per questo stamani, i comuni di Barga e Gallicano hanno nuovamente sollecitato un intervento da parte della Provincia e dell’Autorità di Bacino”.

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