Ospedale unico a Pieve Fosciana: una battaglia senza vincitori

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E’ ufficiale: l’ospedale della valle del Serchio si farà (se si farà) nel comune di Pieve Fosciana sul Piano della Pieve.
A definire questa scelta il voto dei sindaci nella riunione di oggi lunedì 7 gennaio
Mologno non ha ricevuto alcun voto dopo l’uscita di scena del sindaco Bonini e la scelta di astensione da parte dei comuni della media valle.
Sembra tutto chiaro ma in realtà qualcosa non torna. Da una parte assistiamo allo strappo politico che non è però tra i sindaci come parrebbe ad una prima elementare lettura. In verità c’è altro. Gli amministratori hanno intercettato un forte malessere della popolazione che per due anni ha assistito ad un tira e molla che ha messo in evidenza la peggiore politica. Non perdiamoci in commenti sul campanilismo perché qui è emerso altro. Una nuova corrente, una nuova onda che ha investito le segreterie dei primi cittadini che hanno risposto alla propria coscienza e non ad altri diktat (attenzione quando andremo alle urne a febbraio il voto non sarà poi così scontato: attendiamo sorprese).
Sono per questo da elogiare tutti, dal primo all’ultimo, per la forza e la tenacia, e anche perché ognuno alla fine aveva le proprie ragioni. Ma è chiaro che sono usciti tutti sconfitti.

[dw-post-more level=”1″] Dall’altra è chiaro – non giochiamo con le parole – che l’ospedale non verrà realizzato, così come è chiaro che a questo punto assisteremo alla definitiva chiusura degli ultimi reparti in quelli esistenti. In primis l’ostetricia di Barga; a seguire gli altri.
Cosa rimane: la scelta salomonica. O per meglio capirci il vecchio adagio: tra i due litiganti il terzo gode.
E il terzo, cari lettori, è la cassa della Regione. Sì perché alla fine è chiaro che prima di fare progetti e fondamenta si dovranno vendere i vecchi ospedali svuotati di ogni cosa e servizio. E’ chi ha 54 milioni di euro da spendere per il santa Croce e il San Francesco? E poi per farci cosa?
Da oggi quindi nasce una nuova sfida: dare sanità e assistenza in valle e per far questo bisogna che i sindaci ritrovino la loro compattezza. Sotterriamo pertanto le asce di guerra e ricominciamo a parlare di SANITA’.
Questa battaglia in definitiva è finita senza vincitori – lasciatemelo dire – e chi alza bandiere e scudi commette un grosso errore.
Disuniti come siamo stati fino ad ora non si va da nessuna parte. Vent’anni fa perdemmo due mezzi ospedali; oggi perdiamo le altre due metà. Pensiamo ai cittadini e alla loro assistenza: anche poco ma lottiamo per avere un pronto soccorso di eccellenza con sala operatoria e primo intervento di qualità. Manteniamo i servizi basilari e rimaniamo vicino ai nostri concittadini: da Bagni di Lucca a Minucciano perché il tempo delle battaglie sui pezzi di terra sono finiti.

Andrea Giannasi

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