“Occidente solitario”: due ore a teatro spese bene

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Visto le condizioni meteo è stata comunque più che soddisfacente la numerosa presenza del pubblico ieri sera al teatro dei Differenti, per il nuovo appuntamento con la stagione di prosa. Di scena due giovani, ma davvero bravi ed efficaci attori del nostro teatro (ed anche del nostro cinema), Claudio Santamaria e Filippo Nigro, che ci hanno regalato una stupenda commedia nera “Occidente solitario”, che grazie ad un’ironia e ad una comicità mai scontata eppure travolgente porta in scena l’infelicità umana che nel nostro mondo contemporaneo ha uno dei suoi punti forti nella solitudine.

Un testo quasi alla Samuel Beckett e che invece è un brillante scritto di Martin McDonagh che nella versione italiana ci arriva con la bella traduzione di quel Luca Scarlini che da queste parti tutti conosciamo per essere l’amabile, colto e convincente presentatore dell’appuntamento pascoliano per eccellenza da queste parti: la Serata Omaggio di Castelvecchio.

Bravissimi Nigro e Santamaria, [dw-post-more level=”1″]con le due diverse ma davvero efficaci interpretazioni di due fratelli irlandesi in eterno conflitto; e bravi anche gli altri due giovani talenti teatrali, Massimo De Santis e Azzurra Antonacci, co-protagonisti dello spettacolo. Alla fine hanno convinto anche il pubblico barghigiano, travolto dal linguaggio a volte anche truce, ma soprattutto da una tensione via, via crescente sviluppata con intelligenza grazie anche alla buona regia di Juan Diego Puerta Lopez.

“Occidente solitario” è una storia ambientata in un piccolo villaggio irlandese, ma che potrebbe avvenire in qualsiasi parte di questo nostro mondo.

Coleman e Valene (Santamaria e Nigro) sono due fratelli al limite del patologico, incapaci di vivere senza dispute e aggressioni, il cui padre è appena morto per un colpo di fucile. Padre Welsh, il giovane parroco della comunità, cerca inutilmente di risolvere il loro rapporto conflittuale ma i suoi consigli restano inascoltati. Depresso a causa dell’odio fra i due ragazzi e frustrato dall’impossibilita’ di convertire il piccolo villaggio irlandese, Padre Welsh scrive una lettera ai due fratelli e si suicida. Coleman e Valene, temendo che una punizione possa abbattersi su di loro, provano a riconciliarsi e confessano i torti segretamente commessi in passato, ma ne scaturirà soltanto un’altra lotta distruttiva.

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Due ore di spettacolo spese bene…

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