Nessun licenziamento di massa come temevano i sindacati nei giorni scorsi, ma comunque l’annuncio di ben 275 esuberi, molti dei quali previsti proprio nello stabilimento di Fornaci di Barga.
KME nell’incontro avuto questa mattina con i sindacati a Firenze, presso la sede di Confindustria, ha annunciato appunto 275 esuberi di cui la maggior parte negli stabilimenti esistenti in Toscana: 95 nel sito di Serravalle Scrivia (tubificio 80 di cui 10 impiegati e 70 operai; settore Barre 15 di cui 5 impiegati e 10 operai) in Piemonte e poi 38 presso le officine Lime di Campo Tizzoro (di cui 21 impiegati e 17 operai) e 142 (di cui 40 impiegati e 102 operai) nello stabilimento di Fornaci di Barga, dove sarà fermato uno dei cinque forni fusori, uno dei forni rame, per l’esattezza.
“Perdurando la pesante situazione economica e di mercato, senza che ad oggi vi siano segnali di inversione di tendenza, KME ha ufficialmente annunciato questi provvedimenti – si legge in una nota dell’azienda – tesi al risanamento economico ed alla razionalizzazione ed ottimizzazione della capacità produttiva del gruppo, sia in Italia che all’estero, nonché al contenimento dei costi di struttura.
Per quanto riguarda le attività italiane KME ha deciso alcune modifiche della sua struttura industriale. Anzitutto sarà fermato uno dei cinque forni fusori nello stabilimento di Fornaci di Barga, massimizzando al contempo l’utilizzo del nuovo forno per la raffinazione del rame, appena installato nello stesso sito. In secondo luogo, per quanto riguarda l’officina meccanica Lime, di Campo Tizzoro, da tempo priva di commesse, ne è stata decisa la fermata”.
“In conseguenza dei provvedimenti sopradescritti e , soprattutto, del calo ormai strutturale dei volumi (- 43% negli ultimi otto anni e -7% nel 2012 nei confronti del 2011) si rende quindi necessaria una razionalizzazione dell’organico, risultando in esubero 275 persone.” [dw-post-more level=”1″]
“L’azienda non mira – precisa la nota di KME – a licenziamenti di massa e per questo ha avviato oggi un confronto con i sindacati sul tema, confidando nella loro consapevolezza della situazione e nel senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato le relazioni industriali di Kme. L’auspicio è che, attraverso una trattativa, si possano trovare delle soluzioni ad impatto sociale sostenibile, quali la cassa integrazione a zero ore, limitando per quanto possibile i suddetti provvedimenti, nel rispetto delle persone e del quadro di valori aziendali. Tali soluzioni, però – conclude Kme – dovranno anche essere risolutive ed adeguate ad assicurare un futuro all’azienda”.
Una partita insomma per il momento ancora tutta aperta per la quale adesso dovrà iniziare il confronto con le parti sindacali, ma dove si attende anche un lavoro di raccordo e di cooperazione da parte delle istituzioni. Molto si dovrà lavorare in questa Valle del Serchio dove l’emergenza occupazionale ormai è insostenibile e dove i posti di lavoro a rischio aumentano adesso in modo sensibile con gli esuberi previsti a Fornaci.
Immediata la reazione della FIOM che era stata la prima a lanciare l’allarme. Mauro Faticanti, coordinatore nazionale KME FIOM CGIL afferma: “La Fiom considera questi numeri assolutamente ingestibili in una logica che non sia quella dei licenziamenti di massa. Consideriamo queste scelte sbagliate perché non garantiscono né una soluzione socialmente compatibile alle persone sottoposte ai licenziamenti, né un futuro a tutti gli altri lavoratori degli stabilimenti italiani”.
La Fiom ha annunciato per i prossimi giorni assemblee con i lavoratori.
[/dw-post-more]
Lascia un commento