Dalla FIOM: rischio licenziamenti alla KME

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Il coordinamento nazionale Fiom-Cgil del gruppo KME lancia un allarme che speriamo non sia della portata di cui ipotizza il sindacato.

È una notizia da prendere con le molle anche perché lanciata fino ad ora da una sola sigla sindacale, ma di cui sicuramente nelle prossime ore potremo sapere di più e meglio.

Il coordinamento nazionale della FIOM del gruppo KME, leader mondiale della produzione e lavorazione di rame,  che occupa 1500 lavoratori in Italia di cui 1000 toscana, fra lo stabilimento di Fornaci (circa 600 addetti), l’officina di progettazione e manutenzione degli impianti di Campo Tizzoro e il centro direzionale di Firenze e i restanti a Serravalle Scrivia, esprime la sua più forte preoccupazione, a fronte della improvvisa convocazione per il prossimo venerdì 11 c.m. presso la Confindustria di Firenze, per eventuali licenziamenti che potrebbero essere annunciati.

[dw-post-more level=”1″]  Secondo la FIOM: “Da troppo tempo il gruppo vive una situazione di incertezza produttiva ed economica verso la quale l’attuale proprietà non sembra essere in grado di dare risposte socialmente compatibili e industrialmente credibili.  Consideriamo eventuali esuberi, di cui si parla sempre piu insistentemente – scrive ancora la FIOM –  una risposta sbagliata e dannosa per la gestione della crisi. Abbiamo in passato più volte affrontato tramite accordi situazioni di difficoltà ed esuberi, abbiamo a giugno scorso siglato un accordo ponte sull’integrativo aziendale che dava risposte concrete anche al tema delle produttività e saturazione degli impianti.

Troveremmo assolutamente inaccettabile  pensare a licenziamenti di massa, di cui la proprietà se ne dovrebbe assumere tutte le responsabilità, che metterebbero in discussione non solo il destino delle persone sottoposte a tali provvedimenti ma il futuro stesso del gruppo in Italia.

Per questo andremo a questo incontro disponibili come sempre a confrontarci a partire da soluzioni che non prevedano chiusure di siti e/o esuberi”.

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