Dalla FIOM la conferma della battaglia contro la dismissione degli impianti

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Disponibili a ragionare su piano industriale che salvaguardi la presenza produttiva del gruppo in Italia. Contrari ad assecondare la dimissione di impianti strategici di KME in Italia.

Lo afferma una nota diffusa dal Coordinatore Nazionale Fiom-Cgil Kme, Mauro Faticanti, dopo l’incontro tra l’azienda ed il coordinamento nazionale di FIOM – FIM – UILM. Ecco il comunicato:

“Incompatibile il percorso proposto dall’azienda con l’accordo firmato con il sindacato il 28 giugno del 2012 che, in cambio di sacrifici da parte dei lavoratori in tema di produttività, impegnava KME al mantenimento dei siti produttivi e delle vocazioni industriali di ogni stabilimento”.

[dw-post-more level=”1″]In poche parole per la FIOM non è possibile in questo senso né dismettere il forno di Fornaci di Barga (Lu) né chiudere L’officina LIME di Campo Tizzoro (Pt) e tantomeno ridurre drasticamente la capacità produttiva del tubificio di Serravalle Scrivia (Al).”Per questi motivi – scrive ancora Faticanti – la nostra proposta è di difendere gli impianti e il significato produttivo che esso rappresenta, e siamo pronti, se l’azienda concorda con noi su questa strada, a confrontarsi a ogni livello con KME per non disperdere questo patrimonio industriale. Dunque nessuna chiusura del forno Asarco di Fornaci di Barga a favore dello stabilimento tedesco, nessuna chiusura dell’officina le Lime e nessuno smantellamento di Serravalle Scrivia. Non smentendo la contrazione delle produzioni crediamo che la cura proposta dell’azienda sia tale da produrre la morte del paziente. Mantenere gli impianti significa essere pronti a cogliere la ripresa quando arriverà, dismettere significa non poter cogliere le opportunità quante esse si realizzeranno.

Sfidiamo l’azienda ad un confronto che coniughi insieme difficoltà produttive e mantenimento degli impianti solo in questo senso non sarà smentita la sensibilità sociale che in questi anni l’azienda ha dimostrato, non vorremmo che il cambio della proprietà abbia determinato una mutazione genetica della responsabilità sociale della Kme ora Intek Group, se questo sarà l’attuale proprietà dovrà assumermi questa responsabilità nei confronti non solo dei lavoratori, che sapranno rispondere adeguatamente, ma anche della Toscana intera”.

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