“La mancata conversione in legge del decreto di riordino delle Province lascia a Lucca lo status di capoluogo, mentre non cancella il percorso di svuotamento delle funzioni dell’ente”. Il presidente della Provincia Stefano Baccelli sintetizza così la confusa situazione in cui versa la riforma delle Province, dopo la brusca frenata in Commissione Affari Costituzionali del Senato.
“Avrei preferito che si fosse messo un punto fermo alla questione con l’unione tra Lucca e Massa-Carrara, ma in generale lo stop agli accorpamenti è un fatto positivo -prosegue Baccelli- perché blocca un riordino territoriale pensato male, senza il reale coinvolgimento dei Comuni e dei cittadini, e che rischiava di essere realizzato ancora peggio. Dopo mesi di dibattito sull’argomento -dice il presidente della Provincia- ormai è chiaro a tutti il rischio che abbiamo corso: perdere la qualifica di capoluogo avrebbe significato una drastica riduzione della presenza delle strutture statali sul territorio con un inevitabile impoverimento sociale ed economico.
[dw-post-more level=”1″] Ora la definizione dei nuovi confini è rimandata al prossimo Parlamento. Credo che il dibattito, sgombrato il campo dagli equivoci sul campanilismo, ripartirà dalla consapevolezza di come sia assurdo pensare a una macroprovincia Livorno, Pisa, Lucca e Massa – Carrara che allontanerebbe i servizi dai cittadini e renderebbe meno sicuro e presidiato il territorio”.
“Il 2013 si annuncia comunque molto difficile per le Province – sottolinea Baccelli – e anche per quella di Lucca. I tagli imposti dal Governo restano effettivi e ci troveremo con 12 milioni in meno a dover gestire la stessa mole di lavoro e ad erogare gli stessi servizi del 2012. Posso fin da ora garantire il massimo impegno dell’amministrazione per far fronte a tutti gli impegni, ma lo stato di difficoltà è tale che la gran parte delle Province italiane rischia il dissesto finanziario, e questa è una realtà che non può essere taciuta”.
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