Ecco come avverrà la riorganizzazione sanitaria della Valle. Le parole del direttore sanitario Polimeni

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Non è ancora chiaro quando verrà attuato il nuovo piano di riorganizzazione dell’ASL che passa dagli ospedali a tutti gli altri servizi e dipartimenti e di cui si sente parlare in queste settimane. In dicembre forse la firma con le parti sindacali, ma sicuramente con il mese di gennaio cambieranno tante cose nell’organizzazione sanitaria di tutta la sanità provinciale.

Dopo anche il grido di allarme lanciato dai sindacati nei giorni scorsi sulla stampa, cresce anche in Valle del Serchio la preoccupazione circa il futuro della sanità ed in particolare dei già precari ospedali di Barga e Castelnuovo. La riorganizzazione è stata sicuramente pensata per raggiungere soprattutto dei risparmi e questo quanto potrà incidere sull’assetto reale dei due presidi ospedalieri?

Lo abbiamo chiesto al direttore sanitario dell’ASL 2 di Lucca, Joseph Polimeni che offre alcune rassicurazioni, almeno temporanee, ma apre anche nuovi scenari legato sia alla effettiva realizzazione del nuovo ospedale unico della Valle del Serchio, sia sui sempre più restringenti parametri riguardanti i numeri per garantire l’esistenza di alcuni reparti e che soprattutto a livello nazionale, secondo quanto si sente dire, si baserebbero su criteri di bacini di utenza che lascerebbero poche via di uscita per molti reparti ospedalieri esistenti in valle del Serchio.

Ma dunque, che cosa cambierà negli ospedali della Valle secondo questa riorganizzazione? Ecco che cosa ci dice Polimeni.

[dw-post-more level=”1″] “Noi crediamo fortemente che sia necessario riunire questi due stabilimenti in un unico presidio ospedaliero, perché quello che c’è mio parere non garantisce il massimo della sicurezza, della qualità e dell’efficacia”.

In tal senso quindi la conferma delle parole pronunciate anche dal direttore generale D’Urso nel recente consiglio comunale di Castelnuovo: lavorare per arrivare ad unificare il tutto e garantire così i reparti essenziali nel nuovo ospedale unico di valle.

“Al momento dobbiamo però lavorare su quello che c’è – continua Polimeni – cercando di far funzionare meglio e con più razionalità  le attività presenti nelle due sedi di Barga e Castelnuovo; alcune linee organizzative saranno diversamente organizzate per rendere più efficiente la gestione delle risorse, Stiamo ridefinendo l’organigramma, confermando però tutte le attività del presidio. La realizzazione di strutture complesse e strutture semplici e la diversa organizzazione è in sostanza una semplificazione nelle linee di comando e gerarchiche che permetteranno di ridurre le spese, ma anche di razionalizzare meglio il lavoro dei medici con una maggiore integrazione in rete degli ospedali di Barga e di Castelnuovo e di questi con Lucca, ma per l’utenza della Valle del Serchio niente andrà a cambiare almeno per il momento”.

Forse è bene a questo punto entrare nel dettaglio della riorganizzazione che riguarderà i due ospedali di Barga e Castelnuovo.  In pratica si prevede infatti l’organizzazione in strutture complesse o semplici di alcuni reparti, che nel caso di strutture semplici vuole di fatto dire la perdita di autonomia. A Barga questo accadrà per il reparto di ginecologia e ostetrica, a Castelnuovo per l’unità operativa di Cardiologia, ma anche per il pronto soccorso e la medicina di urgenza che diverrebbero struttura semplice e quindi un corpo dipendente dalla struttura complessa prevista invece sull’ospedale di Lucca. Nella riorganizzazione sarebbe invece garantita la presenza di una struttura complessa  per la Medicina interna, garantendo quindi l’autonomia dell’unità operativa spalmata su Barga e Castelnuovo e, almeno temporaneamente, se i parametri lo permetteranno in futuro (visto che a livello nazionale si parla di numeri impossibili da raggiungere), di una struttura complessa per la chirurgia generale che dovrebbe garantire il futuro dell’unità operativa che fino ad ora ha operato a Castelnuovo. Un po’ meno chiara è la situazione del futuro della unità operativa di riabilitazione presente all’ospedale di Barga, uno dei fiori all’occhiello di questo ospedale, ma anche struttura di primaria importanza nell’organizzazione della riabilitazione ospedaliera a livello provinciale. La riabilitazione di Barga diverrebbe infatti, secondo quanto si sa, una struttura semplice alle dipendenze di una Unità Funzionale che non è dato ancora sapere nel dettaglio come funzionerà.

E quindi, sparendo primariati e togliendo autonomia ad alcuni  reparti, non è da escludere che si arrivi anche a concentrare attività presenti nei due presidi in un’unica sede? Per esempio, in futuro, non potrebbe verificarsi, visto le sempre più stringenti necessità di risparmiare,  che la ginecologia di Barga con le sue sale operatorie fosse naturalmente spostata a Castelnuovo dove esiste una struttura complessa di Chirurgia?

“Non è ancora nei nostri piani nessun accorpamento – ci dice però  senza tentennamenti Polimeni – Certo, come a Lucca questa sarà una riorganizzazione pesante, che ridurrà il numero dei primariati e trasformerà le linee gerarchiche. Forse in futuro alcune integrazioni andranno fatte anche se al momento non sono all’orizzonte. Vengono insomma confermati il punto nascita di Barga – anche se la responsabilità organizzativa sarà rivista in rete con Lucca e la medicina di Barga; così come il pronto soccorso e la chirurgia di Castelnuovo. Le attività presenti non spariranno; verranno mantenute proprio in vista del nuovo ospedale unico. Certo è, lo ripeto,  che dovremo procedere verso una integrazione maggiore tra Barga e Castelnuovo anche per gestire le due realtà in un’ottica di rete.

E’ chiaro che le parole pronunciate da Polimeni sul fatto di non poter escludere eventuali accorpamenti futuri qualche dubbio lo lasciano. Forse non nell’immediato. Ma che succederà nei prossimi anni? Le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi sulla stampa da Alessandro Di Vito della UIL Sanità, e cioè che la riorganizzazione sarebbe la via diretta che potrebbe portare alla defunzionalizzazione dei due ospedali della Valle del Serchio, non sarebbero esattamente da escludere a proori, soprattutto se non si farà presto, visto i momenti difficili ad arrivare a decidere su dove e quando fare il nuovo ospedale unico della Valle.

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