Nell’articolo ospitato su questo sito il 23 luglio di quest’anno e che dedicai al ricordo del prof. Angelo Baldi e alla Biblioteca Comunale di Barga, mi passò inosservato un passaggio molto indicativo a proposito della nascita della stessa Biblioteca, consistente nell’anno della fondazione. Infatti, dissi che l’atto ufficiale di nascita risaliva a una seduta del locale Consiglio Comunale dell’aprile 1950, invece devo correggere l’affermazione e dire che la biblioteca fu fondata e inaugurata nel 1949, precisamente nel settembre di quell’anno. La delibera del Comune del successivo 1950 fu soltanto l’ufficiale presa in carico da parte dell’Ente della novella e straordinaria iniziativa, nata tra il popolo per volontà del Comitato Rinascita Barghigiana, sorto con straordinario tempismo dopo il 25 aprile, giorno che sancì per noi la fine del conflitto mondiale. (vedi nel presente Sito: In ricordo di Angelo Baldi, “L’uomo che fece leggere i Barghigiani“.
La dovuta correzione mi offre l’occasione di tornare sull’argomento Biblioteca, perché ritengo molto interessante proporre in quale particolare frangente si ebbe l’inizio dell’importante, utilissima istituzione barghigiana, tutt’oggi lodevolmente in essere presso il bel Palazzo Giannetti, nella giusta cornice del nostro Centro Storico.
Infatti, l’avvio fu veramente altisonante e nel pieno dell’antico spirito di Barga (fare il meglio per la Bella Signora senza tempo) perché si ebbe in concomitanza con le celebrazioni pascoliane dell’anno 1949. Non una scadenza particolare della biografia del Poeta, ma più semplicemente una riproposizione della sua figura, con l’intendimento del Comitato Rinascita Barghigiana ?? che aveva già prodotto l’istituzione della Pro-Loco, detta Pro-Barga, retta da Italo Stefani ?? di presentare il loro altro contributo di speranza alla ripresa di Barga dopo il conflitto bellico che aveva lasciato i suoi nefasti segni sulla città e nel cuore di ognuno.
Una ripresa che, appunto, fu prevista anche sotto il profilo culturale, in cui, oltre a parlare e a rinnovare l’amore di Barga per il suo Grande Figlio d’adozione, presente l’anziana sorella Maria, fu l’occasione per inaugurare la nuova Biblioteca ospitata presso una stanza delle Scuole Femminili al Giardino e intitolata proprio a Giovanni Pascoli. Un nome, intendo l’intitolazione, con il tempo e con troppa leggerezza, totalmente dimenticato dall’istituzione comunale; ma vediamo cosa ci racconta questa storia, cui presero parte nomi di livello nazionale, che conferirono a questo sforzo organizzativo: Pascoli e Biblioteca, un grande profilo intellettuale, nell’idea di apportare un segno concreto alla sentita idea di istituire a Barga un Centro Pascoliano di Studi.
Siamo di domenica, è l’11 settembre 1949, e Barga, nella limpida mattina, pare silenziosamente assorta a meditare sulle sue rovine di guerra. Da lontano giunge un sonnolento suono di campane che annuncia qualche Messa. Pian piano le strade si animano di persone vestite a festa, diverse tra loro hanno l’abito migliore, quello più importante, salvato a miracolo dalla guerra o rifatto nuovo, magari da Benvenuto Santi, il sarto socialista di Barga Vecchia. Su qualche bavero spicca e luccica un distintivo con l’effige del Poeta.
Non mancano le cravatte e i cappelli bianchi e grigi, elegante segno di rispetto, e… dell’estate che se ne sta andando. Qui si lascia la parola a uno dei figli maggiori di Barga in quel tempo, il dott. Emilio Biondi, presidente della Corte di Appello di Firenze, poi della Corte di Cassazione, che su invito del direttore del neo Giornale di Barga Bruno Sereni, per l’edizione del mese di settembre, stilò l’articolo: “Dopo la giornata pascoliana – Fonte perenne”; un sapiente riassunto dell’importante giorno dedicato alla rianimante cultura e che vide lo stesso Biondi parte in causa nella presentazione della Biblioteca ?? nuova come il giornale nato da poco ?? appuntamento previsto all’interno delle onoranze pascoliane.
Prima di leggere l’articolo si anticipa che tra gli organizzatori serpeggiava un certo nervosismo, perché a Lucca, quella domenica, era in programma la celebrazione del 25° della morte di Giacomo Puccini, ed era a rischio per Barga la presenza delle autorità e degli intellettuali invitati. Così Biondi:
“Erano un po’ nervosi, nei giorni precedenti, alla Pro-Loco. Comprendevano bensì che Maria Pascoli, sapendo senza confini l’ammirazione e l’affetto dei barghigiani per il suo grande fratello, avrebbe accolto con animo benevolo e grato qualunque forma, anche la più modesta, della loro indefettibile devozione al Poeta. Ma essendosi posto in programma qualcosellina di più, e cioè che la celebrazione del Pascoli non si restringesse a una manifestazione esclusivamente paesana, avevano paura che la coincidenza, nella stessa domenica, delle onoranze a Giacomo Puccini da parte della sua Città natale, non consentisse agli intellettuali e agli artisti lucchesi di salire anch’essi quassù, e facesse, d’altro canto, trattenere nella Città del Volto Santo, che ha tante sue suggestive bellezze, i non lucchesi giunti colà per la cerimonia.
Ma la Musica e la Poesia sono arti sorelle: per cui tutto si conciliò, e le commoventi preoccupazioni dei nostri bravi organizzatori risultarono, alla prova, ingiustificate.
Così, nel calore discreto di una limpida giornata settembrina, che segnava nel modo più netto le linee del pittoresco paesaggio fra l’Alpe di Barga e le Alpi Apuane, la celebrazione di Giovanni Pascoli si iniziò, nella mattinata, come una festa di famiglia, per concludersi, nel pomeriggio, con una solenne consacrazione ufficiale, degna la prima dell’umiltà, degna la seconda della grandezza, che, fondendosi fra loro, caratterizzarono la figura dell’onorato.
Nelle prime ore, sul colle di Caprona, da un gruppo di barghigiani, di coreglini, di altri devoti venuti da più lontano, e dallo stuolo festosamente accogliente degli abitanti di Castelvecchio, fu anzitutto reso omaggio alla tomba del Poeta, e alla sua fedele custode, la pallida e infaticata “Mariù”. Poi prese la parola il prof. Gino Arrighi, insegnante all’Università di Pisa, di meccanica terrestre e celeste.
Dimostrò, quest’uomo esperto di quei numeri e di quelle proporzioni che assicurano l’armonia dell’universo, di avere (anche qui si tratta di numeri) una uguale esperienza di rime e di ritmi.”
Qui fermiamo il ricordo del Biondi ma lo riprenderemo, perché è simpatico immaginarsi le persone al Giardino occhieggiare verso il cinema Roma, attendendo l’uscita della corriera della ditta Nardini, gratuitamente messa a disposizione dell’iniziativa, con la quale avrebbero raggiunto Castelvecchio.
Là, tutto si visse nel “Silenzio, Raccoglimento, Pace”. Come disse Gualtiero Pia, cronista de’ Il Giornale di Barga ma non mancò, come detto, una prima celebrazione: Messa alla cappellina e un discorso del prof. Gino Arrighi; poi di nuovo a Barga.
Al ritorno della corriera Nardini, vediamo scendere le persone e dirigersi verso le Scuole Femminili di Barga al Giardino; ma riprendiamo il discorso con l’articolo di Emilio Biondi:
“E la mattinata terminò nella Scuola Pascoli del Capoluogo, dove lo sforzo barghigiano per la creazione di una biblioteca popolare, INTITOLATA ESSA PURE AL POETA, ricevette inatteso premio da lusinghiere parole di lode della Sovrintendente alle Biblioteche della Toscana, la valente Dottoressa Mondolfo. (fonte)
Lasciamo ancora un poco Biondi per dare la parola al cronista Gualtiero Pia, al suo ampio articolo “Celebrazione Pascoliana”, dove parla più diffusamente della nuova Biblioteca:
“Si inaugura alla presenza di un pubblico di intellettuali e di appassionati di cultura, la nuova Biblioteca Comunale con una lunga e simpatica conversazione di S. E. Emilio Biondi. Egli inquadra la figura del Poeta in una cornice di vecchi barghigiani, di reminiscenza, racconta con parole piane ed efficaci la storia della vecchia Biblioteca.
Si chiude l’inaugurazione con le incisive parole della Sig.na Mondolfo, presidentessa della Biblioteca Nazionale di Firenze, la quale, dopo aver lodato gli esponenti della Biblioteca di Barga, LA PRIMA SORTA DOPO LA GUERRA, ha accennato all’importanza che ha la cultura nel popolo, perché questo si orienti sempre più nei principi democratici e sappia bene considerare i concetti di diritti e doveri del cittadino.
Seguirono i ringraziamenti al prof. Corrado Carradini e al maestro Piero Fabris, tenaci organizzatori della novella istituzione, e ad Antonio Mordini, per le preziose opere donate.
Tanti gli applausi, poi tutti a casa o al ristorante a mangiare per essere presenti nel pomeriggio al Teatro Differenti alla terza fase della manifestazione pascoliana. Nessuno vuol mancare a quell’appuntamento, perché si è diffusa la voce che il Presidente della Camera on. Giovanni Gronchi, sarà certamente a Barga per Pascoli, ma è anche attesa la venuta di Ettore Cozzani ?? parlerà del Poeta ?? l’ideatore della rivista futurista L’Eroica, nata a La Spezia nel 1911 e cessata a Milano nel 1944 a seguito dei bombardamenti della Città. (fonte)
Cozzani è molto noto a Barga, nel 1914 dette alla locale tipografia Bertagni l’onere della stampa de’ L’Eroica, cui collaborò nel tempo anche l’artista Adolfo Balduini con delle sue xilografie.
Il Teatro era già colmo di gente. Sul palcoscenico, in alto, l’immagine di Pascoli con sotto la bandiera tricolore. All’ingresso del Presidente Gronchi, seguito dalle autorità, il vecchio teatro trema per gli applausi.
Prende posto in prima fila; vicino a lui il sindaco di Barga Luigi Piacentini, il Prefetto, i rappresentanti del Senato e gli onorevoli della lucchesia, tra cui Augusto Mancini. Sul palco il presidente della Pro-Barga Italo Stefani dà inizio alla commemorazione del Poeta introducendo Ettore Cozzani; ma torniamo alle parole di Biondi:
“Ma più grande la consolazione, più grande, diciamolo pure, l’orgoglio, pel seguito pomeridiano.
Oratore fu Ettore Cozzani. L’orazione fu degna del Direttore de’ L’Eroica. E le critiche, a scranno o sbracate, le quali, pure inchinandosi al Pascoli come “poeta”, avrebbero, per altro, voluto consideralo soltanto “poeta delle piccole cose”, furono ridotte in frantumi.
Così, per virtù di Cozzani, vedemmo invece Giovanni Pascoli sempre più in alto, poeta, a un tempo, dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo; sentimmo come non mai l’efficacia del suo contributo, attraverso la voce della Poesia, alla elevazione spirituale dei singoli, alla ascensione morale dell’umanità; e ci rendemmo conto di come Egli meriti appieno di essere accolto nel cerchio ristretto dei poeti più grandi di tutte le epoche…
Termina Biondi dicendo che la presenza del Presidente della Camera dei Deputati, on. Giovanni Gronchi, conferì alla celebrazione Pascoliana “un significato che trascende la cerchia dei nostri monti di Val di Serchio, venne a dire a tutti gli Italiani quanto ancora giovi, quanto sempre gioverà, dissetarsi, lungo il faticoso cammino, alla fonte perenne di Castelvecchio. Questo è un concetto espresso già al termine della Prima Guerra Mondiale dal cugino di Emilio Biondi, il prof. Cesare Biondi, per l’inaugurazione dell’Anno Accademico senese 1918.
Il cronista Gualtiero Pia scrisse ancora: “Terminata l’orazione, la folla si perde per le vie mute di Barga, le autorità ripartono per Lucca, dove la sera assisteranno al concerto pucciniano… In tutti si scorge il dispiacere di abbandonare Barga, questa città così suggestiva e attraente…”
Buona la semina e la cura del campo con cuore sincero, perché l’on. Gronchi, poi eletto Presidente della Repubblica Italiana, nel 1962 tornerà a Barga in occasione del cinquantesimo della morte del Poeta.
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