Hai un pc che si collega ad internet dal tuo ufficio? Bene, allora devi pagare. Devi pagare una bella tassa, oltre 400 euro nel mio caso, per sottoscrivere un “abbonamento speciale” alla RAI.
E’ un pesante tributo sul possesso, come spiegano anche le associazioni dei consumatori, non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, i Pad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l’anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l’anno.
Ma chi la guarda in ufficio la RAI? Ho pensato quando ho ricevuto la bella sorpresina indirizzata a Il Giornale di Barga; non la guardo nemmeno a casa e già pago il canone di oltre 120 euro. Perché devo pagare anche in ufficio? E poi per quale motivo? Perché mi posso collegare ai canali RAI e vedere quella miriade di programmi fatti male, populisti e acchiappa citrulli che propone il servizio pubblico. O per sentire le cazzate che spara Ferrara?
Comunque sia, questa è l’ultima, ennesima tegola fiscale che ci arriva dal Bel Paese e che riguarderà tutti le attività che hanno a che fare con il pubblico. In un paese che ormai di bello ha ancora poco soprattutto se ci si vuole vivere, la pressione fiscale non solo è divenuta pesante, pesantissima perché “tutti dobbiamo rimboccarci le maniche” per far fronte alla crisi ed ai buchi neri di chi ci ha amministrato. Ora ci si mette anche la RAI a dare alle gambe a tante piccole attività: imprese, studi professionali ed uffici per le quali (e io sono tra quelli) pagare 400 euro per un servizio che non utilizzo e che non utilizzerei, pare una vera e propria, scusate la parola, presa per il culo.
A dire la verità sono in buona compagnia ad essere indignato. In questi giorni la “bella sorpresina” sta arrivando in gran quantità anche a Barga e nel comune. A livello nazionale è già n corso una vera e propria sollevazione popolare e su Twitter impazzano centinaia di post. Significativo il nome che è stato appioppato alla campagna di strozzinaggio della RAI: #raimerda.
Anche i politici stavolta (meno male che ogni tanto ci pensano alla gente comune) si sono sollevati da destra e da sinistra per opporsi alla richiesta della RAI che addirittura si rifarebbe, udite, udite, al regio decreto legge del 21 febbraio 1938, n. 246: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento”.
Il balzello che sta arrivando a centinaia di migliaia di attività prevede tutte le opzioni possibili per farvi pagare. Insomma, basta che abbiate un ufficio ed uno straccio di PC, tanto la connessione ad internet dovete averla per forza visto che già vi è stata imposta la posta elettronica certificata obbligatoria, ed il gioco è fatto. Dovete pagare il cosiddetto “canone speciale”. Ma speciale de che?! Speciale per la fregatura che mi state rifilando con il beneplacito del Governo?
Come riporta il “Corriere della Sera“, in un articolo della redazione online, sia dal Popolo della libertà che dal partito democratico sono arrivate critiche alla campagna di comunicazione lanciata dall’emittente di Stato. Così scrive il giornale: «Il combinato disposto di una serie di articolati consentirebbe di esigere il canone anche da chi ha un semplice iPad», ha spiegato in una nota Bruno Murgia, deputato del Pd, che già nel 2007 ha presentato alla Camera un proposta di legge per esentare dal canone i proprietari di pc, videofonini e palmari. «Pretendere denari da chi paga regolarmente il canone per le proprie abitazioni non è tollerabile».
Anche le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e definiscono l’operazione un vero e proprio tentativo di scippo con destrezza.
Staremo a vedere. Io per il momento non pago in attesa degli sviluppi della questione, ma non mi faccio troppe illusioni: alla fine penso che questo stramaledetto canone speciale dovremo pagarlo se non si vuole andare ad ingrossare il mondo dell’evasione fiscale italiana.
Secondo la RAI infatti – come ti scrive nella bella letterina dove te la mette legalmente in quel posto – “Chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza”. Tutto questo mi fa enormemente incazzare. Mi fa sentire impotente di fronte ad un’ingiustizia legalizzata e mi fa pensare che forse questo non è più il paese dove ho voglia di invecchiare.
MARCUCCI (PD): “A LUCCA CENTINAIA DI CARTELLE PER CANONE SPECIALE RAI, GOVERNO LE SOSPENDA”
Lucca, 21 febbraio “Il governo deve sospendere gli effetti delle richieste di pagamento inviate immotivatamente dalla Rai per il canone speciale a carico delle imprese, dei negozi e degli studi professionali”.
Lo chiede in un’interrogazione urgente al ministro Passera il senatore Andrea Marcucci (Pd) in merito all’abbonamento al servizio pubblico che secondo la Rai è dovuto dalle imprese che siano in possesso di strumenti atti a ricevere le trasmissioni televisive.
“In provincia di Lucca sono arrivate centinaia di cartelle di pagamento – dice il parlamentare- ad un piccolo editore di Barga la Rai chiede 400 euro per la presenza in studio di due computer. Insieme a tanti altri colleghi abbiamo chiesto al governo di bloccare tali procedure che sono palesemente in conflitto con il buon senso, e con l’esigenza di procedere speditamente nel piano di informatizzazione delle imprese. Ridicolo inoltre che si faccia riferimento anche ad un Regio Decreto del 1938- conclude Marcucci- come se all’epoca avessero potuto prevedere lo sviluppo delle tecnologie e l’affermazione di prodotti come tablet e smartphone. Chissà magari la prossima volta la Rai potrebbe chiamare in causa George Orwell!”
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