Scuola Digitale – Ministero istruzione elogia progetto toscano “ERRECUBO”

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Imparare e insegnare con l’innovazione digitale. Nelle zone di montagna, dell’Appennino e delle Alpi, e in quelle più periferiche dell’Italia. È questo l’obiettivo degli accordi stipulati nei giorni scorsi al Miur tra il Ministro Francesco Profumo e gli Assessori all’Istruzione di dodici Regioni Italiane, attraverso cui prosegue l’impegno del Ministero a favore della diffusione delle tecnologie digitali nel settore dell’Istruzione. Elogio particolare al Progetto toscano di UNCEM denominato “ErreCubo”.

“Grazie al ricorso alle tecnologie – si legge in una nota del Ministero –  si permette oggi a scuole che diversamente non esisterebbero, dato l’esiguo numero di studenti iscritti, di esistere; scuole che vengono collegate alla rete anche tramite postazioni satellitari. Quindi anche nelle più lontane e disagiate zone del Paese è possibile fare questa esperienza. È l’esempio della regione Toscana, ad esempio, dove esiste un progetto denominato “ErreCubo” che permette a

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tre licei in zone montane della regione di esistere.”

“Un riconoscimento importante da parte del Ministero dell’Istruzione che ha portato, come esempio di percorso verso la scuola digitale, il progetto toscano “ERRECUBO, scuole in rete e reti di scuole” che come UNCEM stiamo portando con gli istituti classici superiori di Aulla, Barga e Massa Marittima.”

È questo il commento del Presidente di UNCEM Toscana (Unione Nazionale Comuni Enti Montani) Oreste Giurlani che aggiunge: “Apprendo con molta soddisfazione che il Ministro abbia elogiato il nostro progetto studiato per mettere insieme diversi territori della Toscana, puntare all’eccellenza didattica con l’uso della tecnologia, trovare soluzioni alle diverse problematicità presenti nelle scuole di montagna,  con lo sviluppo di un linguaggio digitale e l’integrazione fra scuole anche territorialmente distanti fra loro.”

“Continueremo in questa direzione – chiude Giurlani – con la soddisfazione di aver intrapreso un percorso che rappresenta la prima esperienza in Italia e che, il Ministero stesso, ha  ritenuto opportuno valutare se renderlo modello nazionale”.

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