La prima volta che sentii nominare Gualtiero Jacopetti

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Ho ricostruito che avevo nove anni, non ricordo il giorno e neanche l’ora che fosse ma ho ancora davanti agli occhi la mamma in piedi dall’altra parte del tavolino di cucina, accanto a lei la nonna Andreina; stavano aspettando mia sorella più grande di me di nove anni che era in camera a finire di prepararsi, poi tutte e tre sarebbero uscite per andare a vedere un film di Gualtiero Jacopetti al cinema Roma: La Donna nel Mondo.
Nei giorni precedenti in casa avevo sentito parlare con insistenza di questo personaggio legato al nome di un Francesco, che era suo padre e padrone della casa da noi abitata a palazzo Giannetti, e particolarmente di un film che aveva già fatto da poco: Mondo Cane, che dal titolo ma anche dalle mezze frasi capivo fosse qualcosa di non adatto per me e per le altre mie due sorelle, una più grande di quasi due anni, l’altra più piccola, però, dato il continuo parlare di lui, mi era sorta una tale curiosità che ebbi l’ardire di chiedere alla mamma se potevo andare con loro a vedere questo suo ultimo film. La risposta fu repentina: no, non è un film per la tua età.
Con il tempo, tramite la televisione, se ben ricordo anche al Cinema Roma, ho visto qualche film di Gualtiero Jacopetti, apprezzati per lo sforzo dell’autore -come degli altri coautori- teso a far conoscere al pubblico, tramite la cinepresa, tanti fatti del mondo scomodi e sconcertanti ma reali. In altre parole coglievo in quei film documentari degli anni ’60 una coraggiosa apertura verso la conoscenza di un mondo, magari già sentito raccontare come esistente ma da tacersi per i tanti e svariati interessi di diversa natura, un mondo sommerso che comunque avrebbe potuto e soprattutto dovuto continuare a muoversi nel silenzio della cronaca visiva, cioè, senza divenire, grazie al cinema, patrimonio culturale dell’umanità più che raddoppiato rispetto alla forza, spesso regionale, della cronaca letteraria corredata da qualche immagine. Scontato quindi che l’autore e gli altri coautori si fossero posti in una tale situazione di critica ancora oggi palpabile nelle recensioni dell’epoca ma anche nelle recenti.
La prima ed unica volta che ho avuto l’occasione di vedere dal vivo Gualtiero Jacopetti risale a qualche anno fa, precisamente al 2001, quando il sindaco di Barga Umberto Sereni volle conferirgli il premio S.Cristoforo d’Oro per aver onorato Barga nell’arte cinematografica. Stava seduto in prima fila nell’attesa della chiamata e vedendolo mi tornò agli occhi della memoria quell’immagine della fanciullezza e dissi: ecco chi scosse la mia casa in quel lontano…. E qui mi fermai perché anche allora l’immagine era senza tempo.
Oggi quel ricordo sono riuscito a ricollocarlo temporalmente ricorrendo alle raccolte del Giornale di Barga, dove al marzo 1962 compare la cronaca dell’avvenuta proiezione barghigiana del film La Donna nel Mondo a firma Il Pescatore, alias Bruno Sereni, che a seguire propongo alla lettura.

firma qui la petizione per portare a Barga un festival sul documentario d’autore dedicato a Jacopetti

LA DONNA NEL MONDO
IN PRIMA VISIONE AL CINEMA ROMA
“La Donna nel Mondo” è un film-documentario, realizzato dal regista Gualtiero Jacopetti, nostro concittadino, figlio del sig. Francesco e della signora Teresa Nardini.
Con un simpatico gesto Gualtiero Jacopetti ha voluto offrire in prima visione il film ai suoi concittadini, i quali domenica 24 febbraio alle ore 11 a.m. sono stati gentilmente invitati a presenziare alla proiezione del film al Cinema Roma.
Erano presenti l’Autorità e un pubblico distinto ed attento. Jacopetti è ormai noto regista cinematografico di fama europea. I suoi film hanno sempre provocato impegnatissime polemiche, come è successo ultimamente con “Mondo Cane”, da taluni esaltato come uno dei più coraggiosi documentari della cinematografia internazionale, da altri aspramente censurato per il suo eccessivo realismo.
Alla proiezione era presente Gualtiero Jacopetti con i genitori, gli amici, giornalisti, attori ed attrici venuti di fuori. All’uscita del cinema: visoni, colbacchi, stivaletti alla russa, tacchi a spillo, sorrisi euforici, calorose strette di mano a Gualtiero, che le riceveva con un sorriso a fior di labbro assai divertito, foto-lampo; sembrava quasi d’essere in via Veneto. Le lettrici di “Sogno” guardavano ammirate, con brividi freddi di “dolce vita” giù per la schiena accapponita.
Alla fine del primo tempo vi è stato un lungo applauso che si è rinnovato al termine della proiezione, senza dubbio alcuno di grande interesse, intelligentemente condotta. Il film in questi giorni si proietta nei principali cinema di Milano, Roma, Napoli, Bologna, e i biglietti d’ingresso costano da mille lire in sù.
“La Donna nel Mondo” è un film che non si può raccontare, bisogna vederlo. Vi sono sequenze come quella della sacerdotessa svedese che celebra il rito della Santa Messa, che sono di una poeticità commovente, altre, come quella dei postriboli d’Amburgo, sono d’una crudezza sconcertante.
Anche quest’ultimo lavoro di Gualtiero Jacopetti, realizzato attraverso l’Asia, l’Africa, l’America, l’Europa, lascerà una lunga scia di commenti contrastanti.
Al pubblico di Barga è toccato l’onore di vederlo gratis ed è in prima visione; di ciò dovrà serbare a Gualtiero Jacopetti grato riconoscimento.

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