Il Museo della Liberazione di Lucca rinasce per unire chi lavora per un’Italia migliore.

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Il Museo Storico della Liberazione di Lucca, voluto dal Prof. Carlo Gabrielli Rosi e molti altri studiosi e reduci della provincia nel 1988, sta riprendendo vita dopo che la nuova direzione ha lanciato a metà agosto il progetto di rilancio e riapertura.

Compito del museo, dove sono esposti cimeli della seconda e della prima guerra mondiale, è quello di conservare la memoria di uomini come il Prof. Carlo Del Bianco che fu uno dei primi partigiani lucchesi e che nel settembre del 1943 condusse i propri studenti in Campaiana in Garfagnana pronti a ricostruire l’Italia. Oppure Manrico Ducceschi, il famoso comandante “Pippo” che con i partigiani dell’XI Zona giunse al momento della liberazione nell’aprile del 1945 fino a Milano. O ancora Don Aldo Mei e i tanti tantissimi martiri che hanno dato la propria vita per la nostra libertà.
E da questo slancio rinasce il museo che si apre al mondo intero dopo la pubblicazione del sito internet (www.museodellaliberazionelucca.it) e l’apertura di un profilo su Facebook.
Attraverso questi strumenti sono state pubblicate fotografie e filmati dove si vede Lucca nei giorni della Liberazione e gli alleati con i partigiani lucchesi. Sono già tantissime le email di persone da tutto il mondo che vogliono “vedere” il Museo. Per questo nelle prossime settimane sarà girato uno breve filmato per metterlo a disposizione dei molti che hanno visto passare la storia della seconda guerra mondiale da Lucca e la nostra provincia. Tra questi i Nisei (gli americani di origine nipponica) che il prossimo anno ricorderanno i 70 anni del loro arrivo in Italia. E Lucca fu tappa di preparazione silenziosa nel marzo del 1945 per l’ultimo e vincente attacco alla Linea Gotica. Insomma il Museo come crocevia di memoria internazionale: per questo la struttura parlerà anche l’inglese, il francese e il tedesco.
Ma il Museo sarà anche centro congressi ed eventi grazie alle collaborazioni già stipulate con importanti case editrici italiane e alcuni docenti di storia contemporanea.
Insomma il Museo della Liberazione Lucca rinasce seguendo le orme di coloro che negli alti ideali di libertà hanno dato la propria vita.
E come scrisse Piero Calamandrei “se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati”.
Tra poche settimane sarà possibile trovare il moto costituzionale anche a Lucca al Museo della Liberazione che diventerà – questo è bene sottolinearlo con forza – il luogo della memoria per tutti quelli che lavorano con temi resistenziali. La Lucca libera e costituzionale acquista una nuova casa nel ricordo chi l’ha voluta con forza come il Prof. Carlo Gabrielli Rosi che non dimenticò mai la propria sofferta partecipazione alla guerra partigiana.
Il Museo della Liberazione di Lucca rinasce per unire chi lavora per un’Italia migliore.

Visita il sito internet: www.museodellaliberazionelucca.it

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