Furono tanti i problemi che il neonato stato italiano si trovò ad affrontare nei primi anni dell’Unità Nazionale. Problemi di grandi fasce di povertà, di brigantaggio, di sottosviluppo, di distinzioni culturali (a volte anche all’interno delle varie regioni), di alfabetizzazione, modi differenti di rapportarsi al Governo centrale, difficoltà di comunicazione.
Accanto a questi grandi problemi vi erano poi questioni di minore entità, risolvibili a livello amministrativo locale: è il caso di omonimia di paesi che, se prima si distinguevano per essere appartenenti a stati diversi, ora potevano prestarsi ad equivoci perchè parte di un unico Stato. Così con il Regio Decreto n. 1083 si chiese a 53 comuni di operare un aggiunta al proprio nome.
Uno di questi fu il comune di Coreglia con il suo omonimo ligure, nella provincia di Genova, circondario di Chiavari.
Il Consiglio comunale riunitosi il 4 novembre 1862 deliberò che Coreglia assumesse la denominazione di Antelminelli. Il Regio Decreto n. 1083 del 21 dicembre 1862 lo rese ufficiale per essere poi, notificato, come risulta dagli archivi comunali, il 30 aprile 1863.
Dall’assunzione della denominazione sono passati 150 anni.
Per l’occasione, sabato, al Teatro “Bambi”, dalle ore 10, si terrà un interessante convegno dal titolo “Castruccio Castracani e i 150 anni di…Antelminelli” organizzato dal Comune di Coreglia e dall’Istituto Storico Lucchese. Interverranno la dottoressa Pamela Pieroni, la dottoressa Chiara Galligiani, il dottor Enrico Romiti e la dottoressa Romina Brugioni.
Ma perchè il Consiglio comunale scelse la denominazione di Antelminelli?
Corillia, parola di tarda latinità, significa terra di scorrimento, luogo da cui si passa. Antelminelli, invece, è il nome della famiglia che ereditò, dal celebre Castruccio Castracani, il potere sul borgo e il territorio circostante.
Coreglia fu uno dei centri preferiti della famiglia Castracani tanto che nel Trecento ne ottennero, dall’Imperatore Carlo IV, la promozione da Vicaria in Contea. Castruccio se ne impossesso nel 1316 quando, saputo della caduta della rocca coreglina in mano all’esercito guelfo agli ordini di Ranieri di Monte Garullo, radunò a torno a sé un esercito numeroso e dopo cinquantotto giorni di assedio, costrinse alla resa i rivoltosi. Così Coreglia divenne la sua seconda casa: trampolino di lancio per le sue spedizioni in Garfagnana.
Alla morte di Castruccio ne ottenne il vicariato Francesco che, però, durò solo un anno infatti morì a causa di una congiura ordita dai figli di Castruccio Valeriano ed Arrigo.
Poi il figlio di Francesco, Niccolao, guidò la Contea per oltre un decennio sino a che, nel 1369, non fu inglobata nella neonata repubblica lucchese che la relegò al precedente ruolo di Vicaria.
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