Quando uscì nelle sale quattro anni fa, il film Lezioni di cioccolato passò quasi inosservato. La sua fortuna, avvenuta a posteriori, ha spinto qualche lungimirante ad elaborare l’omonimo sequel, in cui ricompaiono i due protagonisti Luca Argentero e Hassani Shapi ma non (fortunatamente) la imbarazzante Violante Placido. La storia infatti riprende sullo sfondo della bella Perugia con Mattia, sempre nel campo della edilizia dalla scarsa qualità e dai molti raggiri, ma depresso per la sua singletudine e col sogno ricorrente di lavorare nel tanto sognato settore della cioccolateria. Dall’altra parte il cioccolatiere egiziano Kamal ha aperto vicino ad un distributore di benzina il proprio negozio, disertato dai clienti; altra sua spina nel fianco è la figlia Nawal (Nabiha Akkari), appena rientrata da un Erasums parigino, troppo “occidentalizzata” che passa il tempo ad eludere di nascosto le regole paterne. Nonostante tutti i tentativi di non farli conoscere, Mattia e Nawal cominciano a frequentarsi di nascosto, senza che il primo sappia che la ragazza è figlia del suo amico. Di qui tutta una serie di qui pro quo ed equivoci, legati ad un tentativo di corruzione su cui indaga un’acida commissaria di polizia (Angela Finocchiaro) sulla quale inutilmente tenta di far colpo un maestro cioccolatiere che da sempre la ama (Vincenzo Salemme).
Il film è evidentemente scritto per Luca Argentero, che al cinema appare infinitamente più a suo agio che in televisione e per Hassani Shapi, caratterista dalla carriera decennale che qui si conferma una maschera simpatica ed esilarante, reggendo quasi l’intero film sulle proprie spalle. I personaggi di contorno difatti appaiono superficiali e poco delineati (praticamente inutile la parallela storia di Salemme e Finocchiaro) e il film si anima solamente nei duetti tra i due comprimari. La sceneggiatura e le scelte registiche risultano abbastanza prevedibili, abbozzando sui soliti vizietti e difetti degli italioti e mostrando una situazione di integrazione sin troppo ottimista. Il difetto principale di questo film è mancare dell’originalità che era stata invece la cifra del suo predecessore.
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