Cambio di gestione per il rifugio della Vetricia

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Cambio di gestione al Rifugio Alpino ‘Santi’ de La Vetricia a 1345 metri sull’Appennino alle spalle di Barga.

Michele Sordi e Mariangela Grassi, che hanno lavorato a tempo pieno ed hanno trasformato il rifugio nella loro prima residenza, garantendo così un servizio continuo agli escursionisti che si trovavano a passare da quelle parti, lasciano a seguito di problemi familiari.

Difficile sembrava trovare qualcun’altro che come loro fosse disposto a fare la medesima scelta ed invece le sorprese non mancano.

La giovane coppia Naik Marovelli ed Elisabetta Malerba, che durante la scorsa estate hanno gestito, assieme alla famiglia Balducci, il rifugio di Cava 27, in Val Serenaia sulle Alpi Apuane, si trasferiranno prima del periodo natalizio a La Vetricia e rileveranno l’attività portata avanti con tanta passione da Michele e Mariangela.

Negli anni non sono mancanti gli attriti fra i gestori uscenti e l’ASBUC (amministrazione separata dei beni di uso civico) guidata da Dario Pierantoni. Infatti, interpellando le più svariate persone, a detta di tutti, in questi anni l’ASBUC non è stata in grado di incentivare e promuovere adeguatamente le potenzialità di un rifugio, che con parecchi sacrifici Michele e Mariangela, hanno tenuto aperto durante tutto l’arco dell’anno.

Un paradossale disinteresse da parte dell’amministrazione ASBUC per un certo tipo di sfruttamento della montagna (escursionistico ealpinistico). Il considerare il luogo con estrema gelosia ad appannaggio quasi esclusivo di cercatori di funghi e cacciatori, non fa comprendere la vera fortuna di trovare persone disposte a tenere aperto tutto l’anno un rifugio garantendone anche un certo grado di manutenzione.

Non si capisce neanche il voler a tutti i costi asfaltare la strada che lo collega a Renaio, se poi ad ogni nevicata nessun mezzo comunale o della Comunità Montana è mai andato a pulire, se non a distanza di parecchie ore, lasciando così alle volta isolata quella che di fatto è anche un abitazione.

Speriamo quindi che le cose cambino, anche per il crescente numero di escursionisti che giungono qui dal resto della provincia e della Toscana; e speriamo che Naik ed Elisabetta, nel prosieguo del lavoro iniziato da Michele e Mariangela, sapranno dare la giusta dimensione a questa antica osteria di viandanti e contrabbandieri posta a metà strada fra la Toscana e l’Emilia.

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