Una mano davanti e una dietro
Ecco come finirà la storia della sanità in valle del Serchio
di Andrea Giannasi
La spending review – ovvero la scelta da parte del governo di tagliare le spese – sta mietendo vittime ovunque e non manca nell’elenco anche la sanità. Già si parla di 18.000 posti letto in meno e la chiusura di decine di piccoli ospedali. Naturalmente il pensiero cade sui nostri nosocomi: Barga e Castelnuovo, intorno ai quali da anni si giocano piccole battaglie di retroguardia senza rendersi conto che se toglieranno la deroga per il reparto di ostetricia di Barga – che è un fiore all’occhiello con oltre 500 nascite ogni anno – il primo sarà costretto a chiudere, mentre quello di Castelnuovo si ridurrà a poco più di una astanteria.
Sulla vicenda ospedale unico della valle del Serchio è bene iniziare a cercare di diradare le nebbie.
Lo Stato ha deciso di ridurre il fondo sanitario nazionale di 3 miliardi di euro in tre anni, andando ad incidere pesantemente sui bilanci delle Regioni stesse.
E quest’ultime, gioco forza, sono costrette a tagliare, sistemare, uniformare; per questo da tempo si sussurra che la Regione Toscana abbia già deciso che nel proprio territorio ci saranno solo tre grandi strutture a Firenze, Pisa e Siena. Poi ospedali minori in ogni provincia (come il nuovo ospedale di Lucca molto, ma molto, più piccolo dell’attuale) e strutture secondarie sul territorio.
In questo piano ovviamente ospedali come quello di Castelnuovo o di Barga non avrebbero più senso di esistere e sarebbero costretti a chiudere.
Quindi se hai una patologia diagnostica in una ambulatorio medico specializzato – come già ne esistono nella nostra valle – non andrai più a Barga o a Castelnuovo, ma a Lucca o Pisa a seconda della gravità.
Ma cosa rimarrebbe in valle?
Poco o nulla e strano che ci accapigli ancora su dove fare l’ospedale. Da tempo noi abbiamo scritto che non è importante dove farlo, ma cosa metterci dentro. Invece qui si continua a cercare l’indirizzo e il numero civico dimenticando il contenuto.
Forse miopia; forse scelta politica.
Non è dato sapere ma è certo che da questo stillicidio fraterno alla fine non ci sarà nulla da dividere e i cittadini rimarranno con un pugno di mosche in mano.
E’ quasi sicuro quindi che l’ospedale unico non verrà mai costruito, né sul Piano della Pieve, né in Piangrande, né a Mologno o la Barca e neppure a Villa Collemandina o Careggine (il posto ideale per un ospedale di montagna). Sono solo chiacchiere da bar.
Noi forse sappiamo quale potrebbe essere il destino dei due ospedali. Barga perderebbe ogni funzione aggrappandosi alla possibilità di diventare forse una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale).
Castelnuovo manterrebbe un pronto soccorso e un piccolo traumatologico con radiologia, ma non nella struttura attuale. Per questo forse si costruirebbe qualcosa sul Piano Pieve, sponda comune di Pieve Fosciana, ma sarebbe solo un efficiente punto medico di primo intervento (poco più di un ospedale militare da campo).
Per entrambi però il destino potrebbe essere anche un altro: diventare Ospedale di Comunità. Ovvero una struttura della rete assistenziale territoriale che costituisce un’alternativa all’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) nei casi in cui questa non è possibile o per mancanza di un supporto familiare o perché è necessaria un’assistenza infermieristica continuativa.
Attualmente in Toscana esistono gli esempi di Livorno, Cecina e Piombino, ma presto saranno definitivamente attivati anche in Val di Cornia e all’isola d’Elba.
L’Ospedale di Comunità offre assistenza infermieristica alla persona sulle 24 ore. È una struttura territoriale destinata a pazienti con malattie non acute e non è quindi prevista una presenza medica continuativa.
L’assistenza medica è garantita, con le stesse modalità del domicilio, dal proprio Medico di Famiglia o dai Medici della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) nei giorni festivi, prefestivi e nelle ore notturne. Per le emergenze viene attivato il 118.
Durante il ricovero sono effettuate le terapie, le indagini diagnostiche e le consulenze necessarie prescritte dal medico.
Possono essere ricoverati pazienti, senza limiti d’età, con non autosufficienza, anche temporanea, per problematiche sanitarie non risolvibili a domicilio. Spesso si tratta di persone con malattie croniche in fase di riacutizzazione che non hanno bisogno di un ricovero ospedaliero, ma hanno comunque la necessità di essere assistiti in un ambiente “protetto”.
L’uso della struttura è di norma riservato ai cittadini assistiti da un Medico di Medicina Generale della Zona.
Il ricovero, programmato e mai in urgenza, avviene sempre su proposta del proprio Medico di Famiglia che valuta quale percorso assistenziale è più opportuno per il paziente.
La durata del ricovero dipende dalle necessità del paziente e la dimissione è disposta dal medico curante. In ogni caso si tratta di un ricovero limitato nel tempo, di solito della durata di pochi giorni.
Dopo la dimissione, se necessario, può essere attivata un’assistenza domiciliare dallo stesso medico curante.
Questo il destino di Barga e Castelnuovo?
Non lo sappiamo certo è che l’Ospedale di Comunità non è un reparto ospedaliero per pazienti con malattie acute; non è un reparto di lungodegenza; non è una Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.) per anziani; non è una struttura di tipo sociale; non è una struttura per eseguire solo prestazioni diagnostiche o visite specialistiche.
E’, come abbiamo visto, un’altra cosa. E ripartiamo da questo con una nostra idea.
Perché non portare alla Conferenza dei Sindaci – e poi in Regione – una proposta che preveda la trasformazione di Barga in RSA, Castelnuovo in Ospedale di Comunità e la costruzione – “dove” lo deciderà la Regione Toscana – di un pronto soccorso e urgenze di altissima specializzazione con elisoccorso attivo 24 ore al giorno?
Tre strutture utili al territorio, riempite di qualità e competenza, ma soprattutto tre punti sanitari che integrati con Lucca e Pisa potranno dare copertura assistenziale a tutti i cittadini.
Abbatteremmo i costi ma avremmo tre eccellenze.
Certo che per far questo ci vuole coesione di intenti e veduta culturale comune. Non si può andare ad un tavolo regionale divisi tra bandiere, partiti e simpatie.
Non è possibile litigare su ogni cosa perchè alla fine il rischio è quello che vedete nella foto: trovarsi con con due container medici a Barga e due a Castelnuovo. Come dire: una mano davanti e una dietro.
E non sarebbe un bello spettacolo da vedere. Buona estate a tutti.
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