Martedì 26 giugno il critico d’arte Vittorio Sgarbi sarà in Garfagnana ospite del Polo Pietre Toscane a Gramolazzo. L’occasione è legata alla preparazione da parte del centro tecnologico di Garfagnana Innovazione, di due sculture di Filippo Dobrilla, l’artista fiorentino che lo scorso anno ha esposto alla Biennale di Venezia e che è considerato da molti uno dei migliori e promettenti scultori italiani.
Alle 11,30 verranno presentate dallo stesso artista e da Stefano Coiai, responsabile del Polo, le sbozzature dei due modelli realizzati grazie ai macchinari all’avanguardia presenti in Garfagnana. Dobrilla ha infatti preparato i gessi dai quali lo scanner laser ha tratto le informazioni che le isole robotizzate hanno trasformato in bozze di lavoro.
I soggetti sono una rivisitazione del David e la figura di un Quadratore che nelle cave di marmo aveva il compito, con il solo ausilio di attrezzi manuali di dare ai blocchi di marmo staccati dal monte, dimensioni trasportabili.
E proprio quest’ultima opera verrà donata da Filippo Dobrilla al centro di Gramolazzo. Dopo una visita al Polo tecnologico, alle aule e ai laboratori alle 12,30 si terrà un conferenza stampa, moderata da Andrea Giannasi, con Vittorio Sgarbi e Luigi Favari, presidente del Gal Garfagnana.
Al termine dell’incontro con la stampa, i docenti, gli allievi dei corsi e i visitatori del Polo Pietre Toscane Sgarbi con Dobrilla sarà accompagnato a visitare le cave di marmo.
A proposito di Dobrilla è bene ricordare che fu scoperto nel 1999 da Vittorio Sgabri che lo ha lanciato nel mondo dell’arte con queste parole: “Dobrilla sente urgere il corpo dentro la pietra, lo vuole estrarre.
Salgono sulla sua montagna, dove vive libero nella natura, grandi blocchi di marmo di Carrara che non hanno committente e non hanno destinazione. Ma egli sa che contengono forme insoddisfatte che richiedono la sua mano per essere riconosciuto”.
Con questa visita si riannodano i fili con i grandi maestri scultori del passato che salivano le Alpi Apuane per scegliere il marmo migliore.
Questa volta però la Garfagnana a vivere il futuro con la tecnologia al servizio dell’arte.
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