Si può “parlar male” di Garibaldi? Si può, anzi si deve, ma nel senso che, a 150 anni dall’Unità d’Italia, bisogna essere capaci di andare al di là della vulgata politicamente corretta, dell’enfasi celebrativa, della retorica con lacrime e sussulti tricolori incorporati, per raccontare il Risorgimento, così come è stato. Dati alla mano, dunque, e volontà di scavare nella profondità della storia, in uno scenario ricco di molteplici personaggi e di eventi complessi che non possono essere ridotti alla antitetica coppia buono-cattivo, con Cavour, Garibaldi (per l’appunto!), Mazzini e Vittorio Emanuele II che vogliono fare l’Italia e tutti gli altri- il Papa, gli Absburgo, i Borbone, il duca d’Este, il tedesco ma toscanissimo Leopoldo di Lorena- che remano contro.
Di idee d’Italia ce n’erano tante- ha spiegato Adolfo Morganti, medico, scrittore, editore, presidente di Identità Europea, in un affollato incontro che si è tenuto alla Sala delle Volte di Castelnuovo Garfagnana per inziativa della Associazione Prima Castelnuovo- indubbiamente conflittuali, ma tutte meritevoli di essere studiate, nel segno e nel senso della “memoria condivisa”, auspicabile traguardo culturale e civile dell’Italia del terzo Millennio.
Via, dunque, con le indagini d’archivio, le ricerche nelle parrocchie, la lettura e la rilettura dei “fatti”, al fine di ridisegnare la mappa politica del Risorgimento e dell’Antirisorgimento.
“La verità: tutta o niente”, proclamava Monaldo Leopardi, scrittore e polemista, nonché padre del poeta Giacomo: e verità significa raccontare, ricostruire e capire le “ragioni” dei vincitori e quelle dei “vinti”. Altrimenti non si esce mai dalla “minore età” delle contrapposizioni faziose.
Presentato da Francolino Bondi, presidente di Prima Castelnuovo e dallo scrittore e giornalista Mario Bernardi Guardi, Adolfo Morganti, da più di un anno impegnato in decine e decine di incontri lungo tutta la Penisola, vòlti ad esplorare la contraddittoria eredità risorgimentale, ha offerto spunti puntuali di riflessione che hanno stimolato un vivace dibattito.
Lascia un commento