E’ sicuramente l’evento teatrale più atteso della stagione di prosa barghigiano quello previsto per sabato 25 febbraio al teatro dei differenti (ore 21,15).
In scena il grande Marco Polini (foto di Alessandro Valli), attore teatrale che non ha certo bisogno di presentazioni e che tutti ricorderanno per la sua eccezionale interpretazione della tragedia del vajont.
A Barga propone invece lo spettacolo Itis Galileo che ripercorre la figura di Galileo Galilei, la sua fame di conoscenza e il suo amore e per lo studio costante e appassionato delle cause e dei fenomeni della natura.
Inutile dire che al teatro dei Differenti, già da diverse settimane, si registra il tutto esaurito e che le richieste per una poltrona sono giunte in queste settimane anche da fuori regione.
Del resto l’appuntamento di sabato prossimo a Barga si preannuncia particolarmente interessante.
Marco Paolini, oratore civile e grande narratore del teatro di prosa contemporaneo, rivolge il suo sguardo e le sue parole al padre del pensiero scientifico moderno. Dopo i celebri spettacoli sui misteri di Ustica e del Vajont e il successo di Ausmerzen e degli altri esperimenti televisivi realizzati con La7, lo spettacolo, ITIS Galileo, Attraverso un’anomala biografia che tocca le più grandi scoperte dello scienziato pisano, i suoi scritti sui massimi sistemi e i suoi studi di astronomia, Paolini parla anche alla nostra contemporaneità. Con la sua consueta ironia e le sue doti l’attore parte dalla considerazione che, nell’epoca attuale, Galileo è poco più di un nome a cui intitolare un istituto tecnico, un argomento fra tanti che si è costretti a studiare sui manuali scolastici. Recuperare invece le sue straordinarie scoperte e la sua viva passione per la scienza, tenacemente portata avanti anche in seguito alla condanna della Chiesa, significa fare di Galileo un modello di opposizione, un saggio ideale di resistenza all’oscurantismo della superstizione e del pensiero comune.
Il Seicento, evocato anche attraverso alcune citazioni dell’Amleto di Shakespeare tradotte in dialetto veneto, diviene così il tempo ideale per una nuova orazione civile rivolta al nostro tempo, alle sue paure e alle sue omologazioni, in vista di un ritorno a pensare e sperimentare con la propria coscienza onte jolefilm.it Source
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