In questo 25 aprile che ha coinciso con il Lunedì dell’Angelo, il Comune di Coreglia Antelminelli ha celebrato la Liberazione con la deposizione di una corona di alloro al monumento ai caduti posto nella piazza IV Novembre a Ghivizzano ed una al monumento a Bruno Stefani nella frazione di Lucignana. Proprio sulla figura e il martirio valoroso dello Stefani il Sindaco Amadei ha voluto puntare l’attenzione.
“Il paese di Lucignana – ha spiegato il primo cittadino durante le celebrazioni – nel 1944 fu rifugio per le folle di sperduti che si rifugiarono in questa terra dove furono accolti dagli abitanti e dove furono dati i primi aiuti alle nascenti formazioni partigiane. Un ricordo particolare lo voglio rivolgere a Bruno Stefani, patriota, organizzatore di primo piano nell’attività di assistenza, ucciso da una delegazione fascista”.
Paese strano quello di Lucignana unico borgo che durante il ventennio non ebbe nemmeno un iscritto al Pnf, “non conobbe mai Fascio”. E ovviamente quando si scatenò la caccia agli ebrei, ne fu asilo, come, dopo l’8 settembre, per quanto riguardava chi non volle piegarsi di fronte all’invasione nazista. Come ha voluto sottolineare Amadei “tutti i piccoli centri del Comune di Coreglia Antelminelli, ma Lucignana in particolare, accolsero una folla di sperduti e dettero i primi aiuti alle nascenti formazioni partigiane”.
Anima di tutto questo movimento fu Bruno Stefani, “costante nella fede, ardente nell’azione, non curante dei pericoli, fossero pur di morte”. Accorto esploratore, preciso informatore, audace staffetta fu però sorpreso da una delegazione fascista, il 10 agosto, San Lorenzo, giornata di fiera nella Valle, in tempo di pace. Lo portarono dall’alta Garfagnana fino al paese natio, “seviziandolo e deturpandone l’aspetto”. Nel campo dinnanzi alla sua casa lo ferirono a morte. Chiamarono la mamma che assistette alla terribile scena, Bruno cercò di darle coraggio. Poi echeggio un colpo di rivoltella.
Lascia un commento