Dopo alcuni giorni di forte polemica, raccolta anche dal nostro giornale, la RAI ha fatto marcia indietro ed ha cambiato idea sul pagamento del canone speciale preteso da aziende e liberi professionisti, ai quali in un primo tempo era stato imposto – tramite l’invio di un bollettino precompilato ed una lettera di accompagnamento – l’obbligo di pagare l’abbonamento se in possesso di “apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuori dell’ambito familiare, compresi computer collegati in rete (digital signage e similari), indipendentemente dall’uso al quale essi vengono adibiti”.
Risolutivo è stato l’incontro di ieri tenutosi tra il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera ed i vertici RAI, i quali alla fine hanno diversamente interpretato l’obbligo del canone, in seguito ristretto a “imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori”.
Soddisfazione è stata espressa non solo dagli imprenditori ed i liberi professionisti su cui ricadeva questo balzello, ma anche dalle associazioni e dai politici che hanno patrocinato la protesta, ed anche il senatore Andrea Marcucci ha commentato la questione dichiarando: “L’intervento del ministro Passera è stato opportuno, a questo punto mi auguro che la Rai comunichi anche attraverso spazi pubblicitari che il pagamento del canone è dovuto solo sul possesso di televisori”. Marcucci aggiunge poi: “Dispiace dirlo ma il servizio pubblico in questa vicenda ha dato pessima prova, tentando di mettere il governo davanti ad un fatto compiuto senza averne alcun titolo. Intanto visto che la cartella è già arrivata a migliaia di aziende e studi professionali, si rimborsi subito chi ha pagato”.
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