Monsignor Lino Lombardi commemora Morando Stefani

-

Era l’anno 1985, quando in seno al Gruppo Ricerche Storiche di Barga, che aveva per presidente Maria Vittoria Stefani – io ero il vice – fu discussa l’idea di ricordare il proposto di Barga Mons. Lino Lombardi nel centenario della sua nascita che sarebbe avvenuto nel successivo 1986.

Di questa iniziativa ne fu particolarmente entusiasta il compianto Mons. Piero Giannini (1936 -2007) ma anche il Comune svolse la sua importante parte. Cosicché, come meritava la memoria del personaggio, tutti insieme potemmo realizzare un programma di livello.

Oltre alla mostra sui restauri del Duomo allestita proprio all’interno della chiesa, in cui ebbe il suo spazio anche l’opera svolta da Morando Stefani, realizzammo anche il libro All’ombra del Duomo di Barga, in cui furono raccolti scritti del Lombardi: brani del suo diario personale, assieme ad articoli storici sul Duomo e sulle chiese del Comune.

Il libro fu voluto da Don Piero, affidando a me l’incarico della ricerca dei testi che, con il suo permesso effettuai presso l’archivio della propositura, dove erano giacenti, sparsi qua e là in tante cartelle, se non tutti, almeno la maggior parte degli articoli stilati dal Lombardi.

Successivamente riordinai in cartelle anche tutte le sue carte.
Durante quel lavoro di spoglio mi venne alle mani il discorso che Lombardi fece di fronte alla bara del Comm. Morando Stefani il 15 febbraio 1962, giorno delle sue esequie. A Don Piero chiesi il permesso di poterlo fotocopiare e oggi, a cinquant’anni di distanza dal suo pronunciamento, lo pubblichiamo in omaggio alla memoria di Morando Stefani, la cui salma, prima dell’ultimo viaggio, Mons. Lombardi volle fosse portata in Duomo, all’interno del capolavoro di tutta la sua vita.

15 FEBBRAIO 1962 – IN MEMORIA DEL COMM. MORANDO STEFANI OPERAIO DEL DUOMO DI BARGA – Discorso di Mons. Lino Lombardi di fronte alla bara nel Duomo di Barga.

Prima che la salma del compianto Comm. Morando Stefani fosse portata all’ultima dimora, ho voluto che essa sostasse nel Duomo; quel Duomo che al Defunto fu sempre al di sopra di ogni altro pensiero ed al quale per lunghi anni dedicò ogni sua migliore attività.

Egli volle che questo Tempio che riassumeva la religiosità barghigiana attraverso i secoli non andasse, in un tempo più o meno lungo, alla rovina e ab imis fundamentis non solo avesse un completo restauro ma anche, dove fosse possibile, fare il ripristino alle antiche forme.

Ed io ho potuto seguire la sua opera e non c’è pietra o sistemazione che egli non abbia strettamente sorvegliata di persona; mai egli ogni giorno mancava di salire quassù. Ma che dire di un’altra sorveglianza e di un’altra attività a distanza? Roma, Firenze, Pisa, ovunque poteva esservi autorità od elemento capace ai fini del Duomo?

E nonostante il suo carattere di eccezionale esuberanza qualche volta non mi ha nascosto le sue preoccupazioni! Ed in fondo ci arrivò e Barga gli deve esser grata e per la Casa di Dio resa veramente decorosa per Maestà Divina e per aver salvato da un’immancabile rovina un gioiello d’arte che tutti ammirano.

Potrei dire ancora; ma il Tempio è di per sé stesso eloquente.
Non spetta poi a me dire del campo civico: scuole, strade, igiene, piantagioni, il patrimonio boschivo etc. Però nel mio campo rientra il suo interessamento per il Conservatorio.

Il vecchio Educandato era ormai agli estremi; ma egli seppe rinvigorirlo. Convenienti restauri, direzione delle Suore Giuseppine, sistemazione delle Scuole Magistrali fecero sì che il Conservatorio rifiorisse come ognuno può constatare e per la stima che gode nel campo educativo e per le numerose alunne. Non solo, è stato l’avviamento per la creazione di un importante centro scolastico a Barga.

Ed a proposito del Conservatorio mi piace ricordare un episodio che indicava il suo attaccamento all’Istituto.
Nella grave e confusa congiuntura del 1944 al Comm. Stefani fu dato l’incarico di Commissario dell’Istituto.
Ebbene, nei giorni della tragedia barghigiana (il periodo della Linea Gotica, n.d.r.) ogni giorno non mancò al suo appuntamento all’Istituto e vi era anche nel pomeriggio del 27 dicembre quando le bombe aeree colpirono il Conservatorio ed egli fu travolto nella rovina rimanendo miracolosamente illeso, con lievi escoriazioni.

Ho voluto citare questo episodio per indicare come egli sapesse assumersi le responsabilità.
Tra pochi istanti dunque la salma del Comm. Stefani uscirà da questa chiesa a lui veramente diletta.
Per lui si è innalzata la preghiera invocante la divina misericordia: “Non intres in iudicio cum servo tuo Domine”; che il Tuo giudizio sia benigno!

Difetti, manchevolezze? Certo; e chi non ne ha specialmente se ha vissuto con gli uomini e specialmente nella vita pubblica di un ritmo intenso; e per questo eleviamo a Dio il pio suffragio per il Defunto invocando la divina misericordia.

D’altra parte è il Signore che proprio in questo caso mette sulle nostre labbra un’invocazione veramente consolante.
“Domine, dilexi decorem domus tuae et locum habitationis gloriae tuae; ne perdas cum impiis Deus animam mea!”.
O Signore, egli ha tanto amato il decoro della tua Casa; quella casa in cui rifulge la Tua gloria! Che l’anima sua sia resa degna di gioire nella Tua Casa Celeste!

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.