A 24 ore dal drammatico raid di un gruppo di delinquenti albanesi (o almeno l’unico arrestato lo è) che ha seminato il terrore nella Valle del Serchio, non si placano gli echi e nemmeno le ricerche da parte delle forze dell’ordine. I fatti sono stati ampiamente ricostruiti e, anche se gran parte della refurtiva è stata recuperata grazie all’efficace intervento dei Carabinieri della Compagnia di Castelnuovo, ciò che sembra perduta in tanta gente è la tranquillità. Le cronache ci propinano quotidianamente azioni criminose da parte di bande prive di scrupoli in ogni parte d’Italia, ma quasi mai hanno come palcoscenico la nostra Valle.
Nella popolazione, non solo in chi ha subito la violazione e la messa a soqquadro del domicilio, rimane molta inquetudine e paura, sensazioni che difficilmente si scuciranno dalla pelle. Furti in casa e rapine, oggi, purtroppo non sono novità anche dalle nostre parti ma ciò che colpisce e spaventa è rappresentato da diversi particolari che, a mente fredda, vengono alla luce.
Prima di tutto i furti sono avvenuti in centri abitati, prima Barga, poi Ghivizzano, quindi Piano di Coreglia, non in case isolate dal mondo; poi l’orario in cui i malviventi hanno agito, attorno all’ora di cena, quando la maggior parte delle persone rientra alla propria abitazione. Le azioni sono state evidentemente preparate minuziosamente, e ciò presuppone una certa organizzazione logistica, avere complici sul territorio e contrallare abitazioni e abitudini delle famiglie da tempo e con attenzione. Si tratta di persone sicuramente “esperte” in questo genere di azione, non alle prime armi e senza timori: basti pensare che, dopo essere stati sorpresi dal giovane nella villa di Ghivizzano, la banda è fuggita ed ha continuato la serie di furti poco più in là, invece di svignarsela a gambe levale. Soltanto quando sono stati intercettati dai Carabinieri, i tre malviventi sono fuggiti abbandonando l’automobile (neanche a dirlo… rubata) a Borgo a Mozzano, lungo la strada principale, appena prima della rotatoria. Il malvivente fuggito in direzione dei monti è stato bloccato dai C.C. tuttavia, pur non avendo possibilità di fuga, ha resistito veementemente con calci e pugni. Gli altri due membri della banda si sono invece letteralmente gettati giu dalla scarpata verso il greto del fiume Serchio: considerata l’ora, non potevano vedere assolutamente niente ma hanno preferito rischiare l’osso del collo. Che non si tratta di novellini si capisce dal fatto che, dopo essersi nascosti, i due fuggiaschi sono riusciti a risalire nel centro abitato e, nella frazione di Cerreto, hanno rubato una Smart con la quale hanno fatto perdere le proprie tracce.
Come detto, in Valle del Serchio regna inquetudine e paura, ma si plaude al coraggio del giovane che ha affrontato i tre delinquenti, riuscendo poi a lanciare l’allarme. Per favore non parlate di eroe, ci ha pregato di dire, anzi il giovane vuole assolutamente rimanere anonimo e che sul caso cali un rispettoso silenzio. Troppa la paura ancora addosso, troppa la tensione di un’esperienza che mai nessuno dovrebbe vivere, figuriamoci una persona giovane.
Il giovane, rientrando a casa, ha notato un’automobile sconosciuta posteggiata davanti alla propria abitazione. Uno dei tre banditi stava evidentemente fuori a fare da “palo” e ha dato l’allarme. Il primo, per fuggire, ha colpito il padrone di casa che è caduto a terra, ma si è rialzato trovandosi di fronte gli altri due. Uno di questi lo ha colpito con un bastone, riuscendo a fuggire verso l’automobile. Fortunatamente il giovane è riuscito a vedere l’auto e a lanciare l’allarme. E fortunatamente oggi sta meglio fisicamente, anche se psicologicamente sta male e chiede che si faccia silenzio attorno alla vicenda.
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