La cataratta colpisce soprattutto dopo i 65 anni. Sono passati i tempi in cui la si considerava un’ineluttabile scotto da pagare all’età che avanza. La cataratta, quel velo davanti agli occhi che ipoteca pesantemente la qualità di vita degli ultrasettantenni, oggi si cura, con tecniche chirurgiche sempre più efficaci e ben tollerate. Sono oltre 450mila gli italiani che ogni anno vengono operati di cataratta. Esistono delle forme giovanili (come quelle legate al diabete o quelle congenite), ma la malattia resta prevalentemente un problema della terza età. Si calcola che, in forma lieve, riguardi circa il 60% delle persone dopo i 70 anni ed è una fra le cause più frequenti di ricovero per gli anziani. Secondo i dati Istat relativi al 2001, dopo i 65 anni la cataratta colpisce 126,5 maschi e 172,6 femmine su mille. Secondo l’Oms è la prima causa di cecità e ipovisione nel mondo, anche se, almeno nei paesi in via di sviluppo, quasi sempre reversibile.
Un tempo si credeva che calasse un velo sull’occhio (il termine cataratta deriva da un termine greco che significa cascata). In realtà, con il passare degli anni, il cristallino, che funge da lente naturale dell’occhio, da trasparente diventa progressivamente opaco, a causa di un deterioramento delle proteine che lo compongono. Così, i raggi luminosi che il cristallino ha il compito di mettere a fuoco non giungono più correttamente alla retina, e il risultato è una visione sfocata. Diventa via via più difficile guidare l’auto, leggere il giornale, lavorare al computer o con ago e filo. Oltre ad annebbiamenti più o meno transitori, i primi sintomi possono essere il fastidio alla luce, difficoltà a distinguere i colori e adattarsi al buio, bruciore. Non stupisce che all’indomani dell’intervento di cataratta molti pazienti si definiscano “rinati”.
Ciò che prima era confuso e sfocato diventa all’improvviso chiaro e nitido. “Il paziente ha vissuto un peggioramento lento e progressivo, a poco a poco ha perduto la lucentezza degli oggetti. Con l’operazione, invece, il cambiamento è improvviso, quasi violento: il mondo si ripresenta con tutti i suoi colori” commenta Lucio Buratto, oculista di fama del Centro Ambrosiano Oftalmico e presidente dl Congresso internazionale di chirurgia della cataratta e della rifrattiva tenutosi a Milano il 14 e il 15 ottobre, in occasione del quale sono state presentate delle novità. L’operazione consiste nella rimozione del cristallino e nella sua sostituzione con uno artificiale. L’intervento tradizionale prevede una piccola incisione con bisturi e sonda a ultrasuoni. “Oggi – spiega Buratto – le tecniche operatorie hanno raggiunto ottimi livelli di efficacia e di sicurezza. Non si rimanda più, come si faceva un tempo, fino a che il paziente non vede più neppure la porta. Il Congresso è stata l’occasione per presentare alcune novità, fra cui l’impiego di un tipo di laser (a femtosecondi) che consente di operare l’occhio con una minor manipolazione da parte del chirurgo, con estrema precisione e un trauma minimo per il paziente, tale da consentire un recupero molto rapido”.
Articolo di Donatella Barus pubblicato sul sito della Fondazione Umberto Veronesi source
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