Dopo qualche settimana di silenzio, ma non di disinteresse, l’ipotesi della paventata centrale a biomasse da costruirsi nel Comune di Barga è tornata all’opinione pubblica con la diffusione di un comunicato redatto dal gruppo di cittadini riunito sotto il nome di “Osservatorio sulle politiche locali del Comune di Barga”.
Il documento è il frutto dell’incontro tenutosi a Barga il 3 ottobre scorso alla presenza dell’ingegnere Maurizio Bacchini che si è occupato anche della “faccenda” biomasse di Gallicano.
Di seguito riportiamo il comunicato completo, e invitiamo i lettori a partecipare al dibattito postando i loro commenti in merito.
Come cittadini desideriamo manifestare la nostra preoccupazione per l’ipotesi di una centrale a biomasse da realizzarsi a Gallicano, e per le voci di progetti analoghi nel nostro comune.
Crediamo che la valle vada considerata come una unità territoriale, con una vocazione alla eccellenza ambientale, alimentare e turistica.
E le scelte di ciascun comune hanno inevitabilmente ripercussioni sulla qualità della vita e sulla salute di tutti. Per questo è importante che la cittadinanza venga informata delle intenzioni delle amministrazioni.
Il 3 ottobre si è tenuto a Barga un incontro con Nadia Simonini e Maurizio Bacchini che si occupano da anni di problematiche ambientali a Gallicano. Si è cercato di comprendere meglio i diversi aspetti del problema.
Tra i punti emersi:
La nostra valle, anche a causa della sua conformazione geografica, è particolarmente sensibile alle emissioni inquinanti ed è già in una condizione critica per i vari impianti industriali esistenti. Studi recenti confermano una situazione di mortalità anomala e l’aumento dell’incidenza di determinate patologie.
Il Piano di Indirizzo Energetico Regionale indica le zone metanizzate (come i comuni di Barga e Gallicano) come non adatte per l’installazione di centrali a biomasse. Queste producono emissioni di varia pericolosità, a seconda della
modalità di funzionamento e delle dimensioni dell’impianto. Conducono ad un miglioramento della situazione ambientale solo se sostituiscono centrali più inquinanti.
La possibilità di alimentare centrali di questo tipo con risorse locali rinnovabili sembra piuttosto limitata. Occorre evitare lo sfruttamento selvaggio delle nostre foreste che sono una ricchezza del territorio.
Le centrali a biomasse sono economicamente invitanti per comuni e privati solo a causa degli incentivi attualmente previsti. In mancanza di questi ultimi è elevato il rischio che vengano convertite in inceneritori.
Emerge chiaramente la necessità di informare maggiormente tutta la cittadinanza, anche alla luce delle troppe e disparate voci che circolano a diversi livelli sul problema. Eventuali progetti, anche solo in fase di studio, dovrebbero essere discussi pubblicamente e analizzati con il contributo di esperti non di parte.
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