Adolfo Da Prato: il “piccolo montanaro”

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Se dovessimo riassumere in una parola la vita di Adolfo Da Prato, un simpatico “ragazzo” di 63 anni che si definisce “piccolo montanaro”, sceglieremmo: “passione” quella che traspare dal suo entusiasmo e si legge nei suoi occhi. Una vita, la sua, passata nella nostra Valle tranne che per i 15 mesi della leva militare. Entrato presto nel mondo del lavoro dopo il diploma di meccanico e varie esperienze lavorative, nel 1974, iniziò l’attività di panificatore come dipendente. Pochi anni e divenne proprietario, con un socio, di un panificio in Gallicano. Non passò nemmeno un anno e ne comprò un altro a Fornaci.

“Era un forno molto vecchio che noi ristrutturammo e dotammo di macchinari moderni. Il lavoro andava così bene che decidemmo di cedere il forno di Gallicano” ricorda. Le cose sono andate bene e Adolofo ha lavorato, a fianco dei suoi dipendenti, fino al 2003 quando ha ceduto l’azienda e aperto due pizzerie ed un attività da affittacamere. Poi, il 1° Gennaio 2008, ha raggiunto, finalmente, i requisiti per l’età pensionabile. Fino a qua niente di strano è una storia di lavoro e di successo, come ce n’erano tante, una storia che appartiene a tempi felici per la nostra Valle.

Ma Adolfo, parallelamente a quest’attività, in tutti questi decenni, ha trovato il tempo di coltivare le sue passioni. “In gioventù- spiega- ho giocato a calcio, in seguito poi ho raggiunto il livello di cintura nera 1° dan nel judo e ciò mi ha permesso di insegnare ai ragazzi questo interessante sport nella palestra da me gestita. Ho praticato la corsa podistica ed ho al mio attivo più di 400 gare e 37 maratone”.

Poi, quasi inaspettata una storia d’amore nata grazie a un social-network e l’esigenza di raccontarla: così è nato il libro “Un Amore grande” edito, qualche mese fa, da Garfagnana editrice. “Scrivo delle poesie- spiega- che poi regolarmente metto in un cassetto. Non sono uno scrittore, lo faccio semplicemente per passione. Ho voluto raccontare questa storia fatta di dialoghi a distanza e fugaci incontri che rimarranno indelebili, perché credo che parlare d’amore non sia mai troppo poco… Secondo me l’amore è gioia di vivere, la felicità è fatta di piccoli dettagli, l’amore no! L’amore è felicità allo stato puro…Per questo deve essere divulgato”. E poi c’è un altro grande amore: la montagna con tutti gli sport che gli sono legati (trekking , skj race e free climb e torrentismo).

“In questo ultimo periodo- ci dice- sono alla ricerca e al recupero (per quanto mi sia possibile) di vecchi sentieri, vecchie mulattiere ormai dimenticate e rese impraticabili da eventi naturali ed atmosferici. Ho “adottato” diversi sentieri, vado quasi sempre da solo con me il mio falcetto, amico indispensabile per mantenere in vita queste tracce strade di un tempo che fu. Sono in grado di farli conoscere, di portarci chiunque me lo chieda, sono al di fuori dei classici itinerari turistici”.

Così il 28 agosto, grazie alla sua opera, a Gallicano, è stato inaugurato un circuito “fluviale Alessandro” (dedicato a un ragazzo tragicamente scomparso) e nei primi giorni di dicembre sarà inaugurato il sentiero “Vanessa” (chi non ricorda la sua tragica storia?), integrato con un altro più lungo che, partendo da Gallicano passerà per Pian di Lago (monte Palodina) e Verni.

“Poi- aggiunge- ce ne sono in cantiere altri… Le mulattiere, gli anfratti, i canali, i paesini scomparsi, disabitati da anni, non hanno segreti per me …mi parlano …mi raccontano ..io con loro viaggio nel tempo…” Proprio di questo parlerà il suo prossimo libro: “ci sto già lavorando. Vorrei parlare di questi posti che il più della gente non vedrà mai…storie antiche, strade ormai “dimenticate” o quasi cancellate…tracce irte, dove uomini e muli faticavano assieme”.

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