Vorrei lanciare un accorato appello. Premetto, io con la tecnologia ho un buon rapporto e, sinceramente, affronto la cosa con il metodo; provo, tanto non si rompe nulla. Ma devo dire che la macchinetta (?) per pagare i ticket che si trova nell’atrio dell’Ospedale San Francesco di Barga ha del soprannaturale. Mi sarei limitato a qualche imprecazione se, da un veloce sondaggio amicale, non fosse emerso che la signorina di ferro ha spesso le paturnie. Già devi pagare qualcosa, oltretutto devi pure faticare di brutto.
Ecco. Arrivo ovviamente in ritardo sugli striminziti orari estivi (spero) di apertura dello sportello, ma fiducioso mi dirigo alla macchina. Avevo letto la possibilità, messa in alternativa all’operatore umano. Già le istruzioni non sono chiarissime (tanto mi sono fermato al punto uno): 1 inserite il foglio (quello rosso per capirci) come da figura solo che la figura non c’è. Boh. Provo. Prima lo metto centrale rivolto in su: dieci secondi e un messaggio mi dice che mi trovo davanti a un errore di lettura. Provo allineato a destra. Idem. Provo a sinistra. Ideam. Codice a barre su, codice a barre giù, di lato, sopra sotto. Niente, solito messaggio. Il tutto sotto gli sguardi pietosi del personale e dei pazienti che utilizzano la macchinetta per merendine e beveraggi posizionata a fianco (quella funziona). Mi innervosisco un pochetto. Sono le sei e ci provo da quindici minuti. A voce alta scandisco il codice a barre; forse.. chi lo sa? gfd 83 fiod dlo ff 987 ssju ekfodn. Niente da fare. Faccio solo l’effetto di un pazzo. Schiaccio qualche tasto: annullo, confermo, riannullo. Boh? Riprovo a mettere il foglio con grazia e attenzione. Errore di lettura, bip, bip, bip. I bip non li fa la macchina, ce li metto io a copertura di certe volgarità che vorrei dire. (Apro parentesi, permettete. A questo proposito, mi vorrei prendere il merito di aver sdoganato in terra nostra da queste pagine l’uso in un pezzo del termine volgare per indicare il pene, visto che l’amico Andrea Giannasi ha scritto in prima pagina sul giornale che dirige Cogl… ma questa è un’altra storia, chiusa parentesi).
Credo sinceramente nell’utilità sociale del mezzo, e sicuramente è colpa mia che sto invecchiando, lancio allora l’appello perché qualcuno mi contatti per spiegarmi il funzionamento di questa diavoleria tecnologica che mi ricorda i primi self service della benzina quando per farsi prendere una banconota la dovevi portare da casa stirata con il ferro a vapore. Grazie.
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