BARGA – Una vicenda che si trascina da anni ma che ha costretto l’Amministrazione Comunale in carica a dover fare un ulteriore sacrificio in più per far quadrare il bilancio.
Tutto è venuto fuori nell’ultimo consiglio comunale dove è stata discussa una variazione di bilancio per circa 95 mila euro (€ 94437,70 per l’esattezza) necessario come conseguenza di una sentenza di primo grado persa dal Comune di Barga un anno fa, riguardante una annosa causa in corso inerente il rifugio Marchetti al Lago Santo, sul quale la comunità di Barga vantava diritti di proprietà.
Da qui il riconoscimento di un debito fuori bilancio di circa 95mila euro dovuto a una sentenza di primo grado dopo la citazione del Comune di Barga da parte del signor Ballestri per il riconoscimento di una responsabilità precontrattuale dell’Amministrazione.
La sentenza, che accoglie solo parzialmente le richieste di Ballestri, nasce da vicende che trovano la loro origine in atti del 1938. In quell’anno il Comune cedeva infatti al signor Tullio Marchetti un appezzamento di terreno in località Lago Santo per costruire un rifugio alpino. La distinzione della proprietà del terreno da quella del fabbricato è stata da sempre origine di problemi; da sempre Marchetti, e oggi Ballestri, hanno infatti cercato di acquisire anche la proprietà del terreno. L’Amministrazione Comunale viene portata in giudizio e soccombe in primo grado per aver avviato “trattative” con Ballestri per la possibile cessione del terreno, “trattative” avviate e del resto mai definite con i necessari atti di giunta o di consiglio e necessariamente interrotte al subentro sui beni, gravati di uso civico, dell’ASBUC.
La notizia è stata rilanciata dalla consigliera comunale di opposizione, Emma Biagioni, del gruppo Spazio Libero, gruppo che, scrive la stessa, ha contestato in particolare i metodi con cui negli anni passati le amministrazioni e soprattutto i sindaci in carica hanno gestito le trattative con i gestori del Rifugio che si trova sulle rive del Lago Santo modenese. “Trattative che, seppur non sono mai passate in Consiglio Comunale o in Giunta – scrive la Biagioni – si sono svolte in modo tale da portare un giudice all’emissione di una sentenza di primo grado che, seppure impugnata dal Comune in appello, ci vede costretti oggi a togliere quasi 95000 dalle casse comunali privando quindi i cittadini di denaro pubblico per servizi”.
“L’opposizione conclude la Biagioni – ha votato unanime contro tale punto; non certo riguardo alla deliberazione del debito fuori bilancio, atto dovuto e obbligatorio, quanto come segno di disappunto verso tutta la vicenda”.
Secondo il sindaco Bonini proprio l’assenza di passaggi istituzionali rappresenta oggi un punto a vantaggio del Comune: “Riteniamo che l’attuale sia una sentenza ingiusta e per questo siamo ricorsi in appello – ci ha detto il sindaco – Del resto i nostri legali ci hanno rassicurato dicendo che ci sono tutti i presupposti e le condizioni per ribaltare la sentenza in appello e quindi avere ragione su questa vicenda. Questo proprio perché su questa storia non ci sono atti ufficiali del Comune, ne di giunta ne di consiglio, che impegnano l’ente. Quindi l’accusa che fanno alle passate amministrazione è proprio il punto di forza per avere ragione nel secondo grado di giudizio.”
“Questa è una sentenza assurda – conclude il primo cittadino – però oggi, anche se ovviamente ci dispiace, dobbiamo riconoscere un debito fuori bilancio di 95mila euro e quindi abbiamo portato la questione in consiglio. Assicuro comunque che tutto questo non avrà ulteriori ripercussioni perché avevamo già previsto questa eventualità nel bilancio di previsione”.
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