E’ in uscita il numero 37 del mensile della Garfagnana che presenta, nell’editoriale di apertura del direttore Andrea Giannasi, alcune importanti novità sulla questione dell’ospedale unico.Ecco l’articolo completo:
“Bisognerebbe, una volta per tutte, capire che in questo paese si parlano due lingue differenti: l’italiano e il politichese. L’italiano è quello compreso da tutti e nel quale, quasi sempre, una descrizione, un’affermazione, una nota, un commento, riflettono fedelmente la descrizione del luogo o dell’oggetto o del fatto accaduto.
Il politichese invece può essere tutto e il contrario di tutto, ma quasi sempre quando si parla o si scrive in politichese si nasconde parte della verità o, con abili pindarici giochi di parole, si omettono o si mascherano prese di posizione o commenti. Insomma non si dice tutto.
Vi scrivo questo cari lettori perché in queste settimane ci siamo affannati sulla questione dell’Ospedale Unico della Valle del Serchio. E noi come Giornale abbiamo seguito e commentato la vicenda proseguendo, come si usa nel mondo del giornalismo (o per lo meno come “si dovrebbe fare”), facendo domande chiare e precise, e attendendo risposte chiare e precise. Leggete cosa è venuto fuori.
Su Toscana Notizie, l’Agenzia di Informazione della Giunta regionale Toscana, pochi giorni fa è apparsa questa notizia: “Si farà il nuovo ospedale della Valle del Serchio. Il percorso è stato avviato stamani, nel corso di un incontro che si è tenuto negli uffici dell’assessorato. Presenti l’assessore Daniela Scaramuccia, il direttore generale Beatrice Sassi, dirigenti dell’assessorato, Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori e presidente della Conferenza dei sindaci della Asl 2, Amerino Pieroni, sindaco di Pieve Fosciana e presidente della Conferenza zonale dei sindaci della Valle del Serchio, e il consigliere regionale Giovanni Ardelio Pellegrinotti.
Un documento approvato all’unanimità dalla Conferenza zonale dei sindaci della Valle del Serchio il 29 ottobre 2010, e successivamente anche dalla Conferenza dei sindaci della Asl 2, chiedeva alla Regione di prevedere le risorse necessarie per la costruzione del nuovo ospedale unico della Valle del Serchio (in sostituzione dei due attuali presidi di Barga e Castelnuovo Garfagnana), inserendolo nel prossimo Piano Sanitario Regionale; e delegava alla Regione e alla Asl 2 di Lucca anche la scelta della localizzazione.
L’incontro di oggi ha sancito l’avvio del percorso. ‘E’ importante che il documento sia stato approvato all’unanimità dalle due Conferenze dei sindaci – sottolinea l’assessore Scaramuccia – La Regione è disponibile a iniziare un percorso che parta da una valutazione delle esigenze e dei bisogni di salute della popolazione della Valle del Serchio. Ovviamente sarà necessaria una razionalizzazione dei servizi, non dovranno esserci duplicazioni, né attualmente nei due presidi di Barga e Castelnuovo, né nel nuovo ospedale che verrà costruito. E dovrà esserci un’integrazione con il nuovo ospedale di Lucca. Il processo che si avvia dovrà individuare il fabbisogno finanziario, la collocazione della nuova struttura, e anche la funzione delle vecchie strutture che verranno dismesse’.
‘Esprimo grande soddisfazione per l’esito di questo incontro – ha detto Giorgio Del Ghingaro – perché si concretizza un percorso che dura ormai da oltre due anni. L’ottica che ci accomuna è quella di dar migliori servizi ai cittadini, e una sanità appropriata e sicura anche per la Valle del Serchio’.”
L’articolo – ripreso da tutti gli organi di informazione – è chiaro, limpido, preciso e il titolo inequivocabile: “Si farà il nuovo ospedale della Valle del Serchio”.
Noi, testoni come solo i garfagnini riescono ad esserlo, abbiamo voluto approfondire l’argomento cercando di capire meglio alcuni dettagli. E così nel numero precedente del Giornale di Castelnuovo abbiamo posto al Presidente della Regione Toscana Rossi e all’Assessore alla Sanità Scaramuccia le nostre sei domande:
1) La regione ha veramente intenzione di costruire un ospedale unico in Valle del Serchio? E se sì quando?
E ancora qualora la risposta fosse affermativa:
2) L’ospedale unico come sarà strutturato? Quali saranno le sue dimensioni? Quali saranno i reparti attivati?
3) Quanti posti letto avrà l’ospedale unico?
4) Barga manterrà il punto nascite con la creazione di una sala di rianimazione per le emergenze?
5) Castelnuovo diventerà solo polo ambulatoriale?
6) Sarà tenuto in considerazione che una popolazione sempre più anziana ha bisogno di assistenza, cura, tutela con eccellenze nell’ortopedia, riabilitazione, con un centro Alzheimer, e punto oncologico?
Dopo qualche giorno di silenzio ecco la risposta ufficiale giunta per email:
“Gentile Dottor Giannasi, sono la giornalista dell’ufficio stampa della giunta regionale che segue la sanità e l’assessore Scaramuccia. Alberto Zanobini mi ha girato la sua mail con la richiesta di informazioni dettagliate sull’ospedale unico della valle del Serchio. Al momento è davvero prematuro. Di sicuro, ci sono per ora solo la decisione della conferenza dei sindaci e la disponibilità della Regione a discutere la cosa.
Informazioni più precise saranno contenute probabilmente nel nuovo piano socio sanitario regionale, ma al momento nessuno è in grado di rispondere alle sue domande.
Cordiali saluti e buon lavoro. Lucia Zambelli”.
La risposta è chiara, limpida, precisa ed inequivocabile: “Di sicuro, ci sono per ora solo la decisione della conferenza dei sindaci e la disponibilità della Regione a discutere la cosa”.
A questo punto vien voglia di capirci meglio. Dunque rileggiamo l’articolo pubblicato da Toscana Notizie estrapolando alcune frasi.
“La Regione è disponibile a iniziare un percorso che parta da una valutazione delle esigenze e dei bisogni di salute della popolazione della Valle del Serchio”. E qui sarebbe interessante sottolineare quali sono le esigenze e i bisogni della popolazione della Garfagnana. Questo per evitare di farsi trovare impreparati in futuro.
E ancora: “Ovviamente sarà necessaria una razionalizzazione dei servizi, non dovranno esserci duplicazioni, né attualmente nei due presidi di Barga e Castelnuovo, né nel nuovo ospedale che verrà costruito”. E qui si apre il nocciolo vero della questione: la razionalizzazione dei servizi significa tagliare e accorpare, visto che la spesa della Sanità in Italia è da tempo fuori controllo e se si mette ortopedia a Lucca non deve stare a Barga o Castelnuovo, ne tantomeno nel futuro ospedale.
Infatti proseguendo si legge: “E dovrà esserci un’integrazione con il nuovo ospedale di Lucca”. E da Firenze più chiari di così non potevano essere. Rileggiamo: dovrà esserci una integrazione con il nuovo ospedale di Lucca. E mi viene da domandarmi: ma se tagliamo le spese; razionalizziamo i servizi; studiamo le esigenze degli abitanti; è naturale che i bambini andranno a nascere a Lucca. Ovvio, o no?
Infine: “Il processo che si avvia dovrà individuare il fabbisogno finanziario, la collocazione della nuova struttura, e anche la funzione delle vecchie strutture che verranno dimesse”. E qui la domanda è forte: ma dopo tutti i milioni di euro investiti nel risanamento e messa a norma delle attuali strutture del Santo Croce e del San Francesco che fine faranno i vecchi ospedali?
Ecco credo che la regione abbia parlato e scritto in italiano corretto, chiaro, ben leggibile e comprensibile. L’ospedale unico della valle del Serchio è prematuro. Punto.
Da oggi quindi sarebbe il caso di iniziare a parlare di “servizi sanitari” e di “assistenza” e capire che fine farà la Sanità (con la S maiuscola) della Valle.
E già nel prossimo numero interessanti novità (già naviganti sulla mia scrivania) con un “giretto” al Pronto Soccorso”.
Andrea Giannasi
Tag: san francesco, Castelnuovo, usl, regione, ospedale unico, santa croce, barga
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