L’Unità Pastorale di Barga, in collaborazione con la Lucchesia Viaggi di Barga, ha organizzato una bella e riuscita gita a Firenze per visitare la prima mostra dedicata alle opere di uno dei massimi pittori italiani del sec. XVI: Agnolo Tori detto il Bronzino (Firenze 1503 –Firenze 1572).Partiti da Barga alle ore 13 di domenica 9 gennaio, all’arrivo a Firenze una “guida” ha condotto la comitiva in visita alla bella mostra: “BRONZINO. PITTORE E POETA ALLA CORTE DEI MEDICI” allestita a Palazzo Strozzi, dove si sono potuti ammirare quadri dell’artista difficilmente visibili assieme perché ubicati in vari musei del Mondo.
All’inizio della mostra oltre alle opere di Agnolo Tori detto il Bronzino si sono potuti gustare alcuni lavori del suo maestro e “amico” Pontormo (1494-1557), esemplificanti quanto dell’arte del Bronzino discenda dall’illustre pittore. La mostra termina con lavori del successivo allievo del Bronzino, Alessandro Allori (1535-1607), il quale da giovinetto entrò nella sua bottega ereditando dal maestro, oltre che l’arte, l’illustre soprannome di Bronzino.
A proposito dell’Allori ci corre l’obbligo di sottolineare che alla sua scuola, come a quella di Santi di Tito, si formò in Firenze il barghigiano Baccio Ciarpi (1574-1654); ma se questa sequela d’arte ci conduce a riflettere sull’eredità d’arte del maggiore Bronzino presumibilmente tramandata dall’Allori al nostro Ciarpi, altro filo barghigiano ci porta a considerare che il maggiore Bronzino, Agnolo Tori, possa aver lasciato impronta della sua mano propio a Barga. Si tratta di andare a rispolverare alcune riflessioni d’arte pubblicate su di un Giornale di Barga degli anni 50’ e stilate da parte del prof. Angelo Arrighi, il quale parlando della tavola di S.Giuseppe, in cui c’è S.Rocco e S.Arsenio con sullo sfondo la cinquecentesca Barga, tavola conservata nel nostro Duomo alla cappella della SS. Concezione -opera ad oggi ritenuta di autore ignoto- per certi aspetti che presenta questa nostra pittura, essenzialmente per il movimento e la cura delle mani dei Santi – caratteristica dello stile del Bronzino – concludeva l’Arrighi che questi ne fosse il suo autore.
Dopo questo angolo di suggestive memorie locali torniamo alla gita di Firenze, dove al termine della visita alla mostra di Palazzo Strozzi si è passati in S.Croce, nei cui ambienti, oltre le varie tombe del Buonarroti, Rossini ed altri illustri Italiani, e gli obbligati omaggi alla cappella Giottesca e al celebre crocifisso del Cimabue scampato all’alluvione del 1966, c’erano da vedere altre opere del Bronzino: vedi immagine.
Al termine, dopo aver salutato l’ottima guida, visita serale ad una magnifica Firenze ancora illuminata da smaglianti e festose luci, dove non sono mancati momenti di shopping. Infine c’è stato il salutare appuntamento alla trattoria Dei Baroncelli, a due passi da piazza della Signoria, dove il pensiero si è felicemente riconciliato con il gusto.
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