Nel 1968 Andy Warhol profetizzò che ognuno di noi, nella vita, avrebbe avuto almeno 15 minuti di celebrità.Anni dopo, nell’epoca della continua presenza dei media nella vita quotidiana e l’avvento dei reality show, questa asserzione è quanto mai vera. Nel suo eccentrico modo di fare arte rientrano anche alcune produzioni cinematografiche, tra le quali cinquecento rulli di “Screen Test”, filmati di personaggi famosi ripresi con camera fissa, per tre minuti, mentre i soggetti restano immobili e in silenzio davanti all’obiettivo, privi di movimento o espressioni. Tutto per scrutare “come sono veramente”, ripresi nell’ intimità di un azione banale ma spontanea.
Per questo il MoMA di New York, uno dei più noti musei di arte moderna al mondo – che ospita anche numerosi lavori del più pop degli artisti – ha lanciato un’iniziativa a metà tra arte e social network, tutta dedicata al lavoro di Andy Warhol e grazie alla potenza di internet, con l’unica differenza che i minuti di celebrità si riducono un po’.
Si tratta dell’ Andy Warhol Motion Picture, ossia, una serie di filmati lunghi 90 secondi in cui ognuno di noi può apparire, a patto che l’immagine sia ripresa da telecamera fissa e il volto non abbia espressioni, così come i suoi celebri “provini” realizzati con le celebrità.
Ed in questo grande progetto c’è anche un poco di Barga, addirittura sulla home page del sito internet del progetto: novanta secondi di celebrità di Keane, ripreso in bianco e nero, immobile davanti alla videocamera.
Ma ognuno di noi può tentare l’impresa, anche se la pubblicazione del filmato è poi filtrata dai curatori del progetto: basta inviare novanta secondi di noi in bianco e nero, immobili, in silenzio, su sfondo uniforme e sotto una luce diretta.
Il sito dell’ Andy Warhol Motion Picture, i cui filamti sono proiettati anche – ovviamente – presso il museo newyorkese rimarrà online fino al 21 marzo. Perché non provare?!