È un fenomeno che non si ferma, ed anzi, si ingrandisce, la mostra Cave Canem, inaugurata lunedì 1 novembre a Barga e in scena fino a domenica prossima.Dopo l’inaugurazione alla presenza dei tanti artisti locali e non che hanno dato il loro contributo all’esposizione, durante la settimana sono arrivate nuove opere ad arricchire la già vasta collezione, allestita presso la Galleria Marzocco in Piazza Angelio, la Galleria Comunale in via di Borgo e le Stanze della Memoria in Via di Mezzo.
Si tratta di sculture, foto e illustrazioni arrivate rispettivamente da Firenze, Liverpool e New York, grazie al coinvolgimento che si è venuto a creare su un’invisibile rete di artisti che uniscono Barga al mondo. Keane, curatore della mostra barghigiana, ha dunque disposto giusto in questi giorni i nuovi pezzi arrivati: due possenti sculture i bronzo dell’artista fiorentino Daniele Schmiedt raffiguranti un pointer e un bulldog a grandezza naturale; un bellissimo scatto in bianco e nero del fotografo Rory Wilmer, per anni di stanza a Praga ed ora tornato nella sua città di origine, Liverpool; e una divertente illustrazione di Jack Syracuse (New York) raffigurante Bo, il cane di Barak Obama realizzato nello stile in cui il futuro presidente degli Stati Uniti realizzò le celeberrime locandine per la sua campagna elettorale, sostituendo il motto “yes we can” con un più canino “woof”.
Gli organizzatori avevano già intuito che questo genere di “esperimento” era destinato ad ampliarsi, dato che per la prima mostra, tenutasi a Lorenzana (Pi) dai dodici artisti iniziali, si era arrivati a più di trenta, trasformatisi poi in sessanta, e poi settanta per il secondo passaggio, quello barghigiano. Adesso la mostra, una volta lasciata la nostra cittadina, verrà riproposta a La Spezia e poi a Milano, dove, senza ombra di dubbio si aggiungeranno i lavori di artisti locali, raggiungendo chissà quale cifra di partecipanti.
Buon segno. Come fa notare Keane in un’ intervista, non è così ovvia una partecipazione corale di artisti: nella musica la collaborazione, la condivisione, il lavoro di gruppo, è molto più presente, “normale”, mentre nell’ambito delle arti visive, si tende sempre ad essere più intimi e solitari. Cosa che Cave Canem sta smentendo, come dimostrato dal continuo aumentare delle richieste di partecipazione.
Come concludere dunque quello che è sta diventando una sorta di fenomeno sociale? Con una festa, ovvio: Domenica 7, oltre al dog show previsto per l’apertura e rimandato in questa data a causa del brutto tempo, si farà anche festa, con musica e merenda per salutare la partenza di Cave Canem.
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