E’ grave, ma non in pericolo di vita l’imprenditore Umberto Guidugli, rimasto vittima dell’aggressione a colpi di pistola da parte del pensionato Luigi Pardini di Fornaci di Barga.L’uomo è ricoverato presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Campo di Marte a Lucca, ma non versa per fortuna in pericolo di vita.
Lunedì pomeriggio, dopo il ricovero in ospedale, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. L’operazione è servita a rimediare ai danni causati dal proiettile che aveva colpito il Guidugli all’addome. L’equipe, diretta dal primario della chirurgia di Lucca, dott. Alessandro Carobbi, ha dovuto asportare una parte dell’intestino ed un rene. La pallottola non è stata invece rimossa trovandosi in un punto delicato.
Intanto il suo aggressore si trova in carcere a San Giorgio con la pesante accusa di tentato omicidio. Il settantaquattrenne Luigi Pardini, interrogato dagli inquirenti, non ha voluto fornire nessuna spiegazione sul perché del suo folle gesto ed a quanto pare non ha nemmeno mostrato il minimo cenno di pentimento. Al momento dell’arresto, avvenuto a poche centinaia di metri di distanza dal luogo dell’aggressione al Guidugli, l’uomo era in evidente stato di alterazione, ma avrebbe anche affermato che alla prima occasione avrebbe riprovato senza indugio a portare a compimento il suo progetto omicida.
A Fornaci di Barga ed a Ponte all’Ania ieri ovviamente il fatto era sulla bocca di tutti. A Fornaci, dove l’aggressore risiede in loc. Bertolotti, molti si sono detti stupiti del comportamento del Pardini, giudicato una persona abbastanza tranquilla. E tutti si chiedono se il vero motivo dell’aggressione sia, come sembra dalle prime ricostruzioni, la reiterata richiesta all’imprenditore di rimborsare la caparra versata tre anni fa per i lavori effettuati in un appartamento di loc. La Quercia dove il Pardini doveva andare ad abitare. L’affare poi saltò, a quanto pare perché il pensionato non riteneva quell’appartamento adeguato, ma da allora l’uomo ha sempre preteso indietro i soldi che il Guidugli non avrebbe invece mai restituito perché versati come caparra.
A quanto si sente dire, ma sono solo voci di corridoio, il Pardini ultimamente avrebbe attraversato qualche difficoltà economica e proprio questo potrebbe aver scatenato il suo tentativo estremo di avere giustizia di quello che lui riteneva un grave torto ed una perdita economica notevole. Sui motivi del suo gesto sono comunque ancora in corso le indagini degli inquirenti.
Pardini, lunedì mattina, si era recato presso l’azienda della vittima, Ambiente Pulito 2001, che si occupa dello smaltimento di rifiuti industriali. Si è piazzato davanti alla porta del container che funge da ufficio e ha aspettato che il Guidugli aprisse. Aveva con sé la sua pistola, una Beretta calibro 22 regolarmente denunciata, e quando l’altro si è affacciato, il pensionato ha fatto fuoco, scaricando l’intero caricatore.
I primi due colpi sono andati a segno, colpendo Umberto Guidugli alla gamba e all’addome, ma l’uomo ha avuto la prontezza di chiudere la porta e così gli altri proiettili sono finiti nella struttura metallica dell’infisso. Nella sparatoria è rimasta coinvolta anche la segretaria di Guidugli, Roberta Fiori, rimasta miracolosamente illesa.
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