Si parla tanto di divisioni campanilistiche ed invece una volta tanto è proprio il campanile ad unire ed a far nascere forti amicizie. Tra i patrimoni storici che caratterizzano, oggi come secoli fa, la Valle del Serchio, dall’alta Garfagnana fino alla Media Valle, vi è quello dell’arte campanaria che qui continua a vivere grazie a gruppi di appassionati che tengono viva la tradizione di suonare le campane con la forza delle braccia e non elettronicamente come sempre più avviene in tante chiese d’talia.I suonatori di campane, i campanari, qui nella Valle del Serchio sono riuniti in veri e propri gruppi che spesso partecipano a rassegne di arte campanaria ed a raduni regionali e nazionali, ma che soprattutto ogni domenica, dai
campanili di Barga, di Ghivizzano, di Chiozza, di Cardoso, di Sassi, di Corsagna e così via, suonano a distesa campane secolari (di solito sono tre, la piccola, la mezzana e la grande), preservandone la tradizione del suono che invece troppo spesso si perde quando le campane vengono suonate da marchingegni elettrici. E il bello è che tra questi gruppi non c’è competizione, ma esiste un vero e proprio spirito di corpo che li accomuna e li rende amici. E che spesso è collante anche per il paese stesso.
A Cardoso, ameno paese del comune di Gallicano, c’è il gruppo più giovane tra quelli presenti sul territorio: “Il campanile a Cardoso, da quando è stato formato il gruppo, ha contribuito a rafforzare il tessuto sociale del paese – ci dice uno dei giovani campanari del gruppo – e grazie al campanile amicizie interrotte sono tornare a rivivere”.
Il gruppo campanari di Cardoso è formato da giovani e giovane è anche per la sua storia, iniziata solo un anno fa dopo che il paese restaurò le antiche campane. Il veterano è Guglielmo Ginesi, un altro anziano è poi Umberto Vannucci che è anche il custode del campanile ed ogni giorno carica l’orologio della torre campanaria, ci sono anche Giulio e Graziano; per il resto sono quasi tutti baldi giovani ventenni o trentenni che però sono pervasi dalla stessa passione che accompagna l’opera dei campanari decani degli altri gruppi presenti sul territorio, che suonano le campane da decenni. Ed in un anno, nonostante nessuna esperienza, grazie proprio ai consigli degli altri gruppi campanari, sono divenuti anche loro degli esperti, capaci di eseguire con le loro campane una “toccheggiata”, utilizzando solo il batacchio; o il classico “doppio in terza” ed il più difficile “doppio in quarta” dove con la campana più piccola o con la mezzana si riesce ad eseguire una nota in più. Sembra facile, ma facile non è.
Della loro bravura ce ne hanno dato un saggio domenica scorsa a Cardoso dove si è svolta la II rassegna di arte Campanaria che ha richiamato diversi gruppi della zona: Barga, Lucca, Chiozza. Con i “colleghi” di Cardoso si sono ritrovati sul campanile che sovrasta il paese ed hanno dato prova di tutta la loro maestria e poi tutti insieme, con il parroco don Emiliano, si sono ritrovati nella ex scuola del paese per consumare un robusto pranzo annaffiato da qualche buon bicchiere di vino rosso che non manca mai quando i campanari sono in azione.
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