“Adro è un comune italiano di 6416 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia, di tradizionale vocazione agricola e soprattutto vitivinicola”, recita Wikipedia quando si digita il nome di questo piccolo comune nella stringa di ricerca.Pare però che negli ultimi tempi le vocazioni tradizionali non siano più solo di carattere agroalimentare ma anche politiche, con le contestabili (eufemismo) decisioni del sindaco leghista Oscar Lancini.Abbiamo infatti conosciuto la cittadina di Adro e il suo sindaco nella primavera scorsa, quando rotolò su tutti i quotidiani la notizia, dibattutissima, della decisione di esonerare dalla mensa scolastica quei bambini le cui famiglie fossero risultate morose. Parlando con lo stomaco: se i genitori non pagano, i bambini non mangiano (e guardano mangiare i compagni più benestanti).
Per giorni si parlò della giustizia/ingiustizia della decisione, che fortunatamente fu poi risolta da un imprenditore locale che – deus ex machina – versò l’ammanco di tasca propria e permise la sospensione di questa direttiva.
Le cronache dunque si dimenticarono della vicenda archiviando finalmente questo fatto discriminatorio e ingiusto verso i piccoli scolari, certamente non responsabili per l’indigenza o la distrazione dei genitori, ma un’ altra trovata “verde” del sindaco Lancini riporta i riflettori nel bresciano.
Inaugurato fresco di ristrutturazioni, il polo scolastico di Adro, pare essere un tripudio di simboli politici della Lega Nord: il fiore verde, o sole delle alpi che distingue assieme allo spadone sguainato di Alberto da Giussano il partito di Umberto Bossi, campeggia su finestre, suppellettili, stuoini, ovunque nella scuola intitolata a Gianfranco Miglio, l’ideologo della Lega.
Una scuola “politicizzata”, dunque? Ma no, risponde il sindaco, il sole delle alpi è un simbolo di molto precedente alla fondazione del partito, un simbolo comune nel Nord Italia, popolare.
Non pare però essere così, visto che dagli archivi dell’Ufficio Nazionale Marchi e Brevetti salta fuori un documento che attesta che il sole delle alpi – sei petali inscritti e intersecanti un cerchio – è un marchio depositato dall’azienda editrice del quotidiano La Padania. A questo punto quindi, la malafede non può più essere invocata, la scuola di Adro è davvero stata rapita allo stato italiano per essere identificata con quel territorio secessionista e federalista che vuole essere la Padania.
I cittadini avrebbero il solo compito di indignarsi poiché, in un mondo perfetto, dovrebbero essere le istituzioni e a richiamare questo estroso amministratore per far tornare nelle mani dello stato la scuola in questione. E invece in Italia non accade: assenti o troppo blande le voci di chi poteva fare qualcosa immediatamente, tipo il Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, che definendo il gesto “folcloristico” prende appena appena le distanze: ‘Il sindaco si è giustificato dicendo che il Sole con le Alpi è un’iconografia dello stemma del Comune. Io rimango perplessa in merito a questa iniziativa così come tutte le volte in cui nella scuola entrano simboli politici. Poi ci sono i benpensanti che stigmatizzano il comportamento del sindaco di Adro ma si dimenticano le molte volte in cui la scuola diventa oggetto di contrapposizioni politiche da parte della sinistra. Credo che la coerenza sia doverosa. Più teniamo lontana la scuola dalle questioni di partito e dalle contrapposizioni, più facciamo l’interesse del Paese”.
Così dal governo, più forte invece è la voce dell’Opposizione e dei cittadini che considerano ancora la scuola italiana “pubblica, laica, democratica e libera” : domani, nella piazza della cittadina ci sarà una manifestazione contro l’occupazione politica della scuola pubblica e per chiedere la cancellazione dei simboli e il ripristino della legalità alla quale hanno aderito, tra gli altri, i sindacati, i partiti della sinistra radicale, il Pd, l’Idv e il Popolo viola, una locale lista civica, insegnanti e famiglie della zona, che, senza tenere in considerazione la parte politica, non vogliono assolutamente accettare questo abuso.
Brutti segnali. E concludiamo con una notizia che può essere di nuovo inserita nella categoria “folclore” come l’iniziativa del Sindaco di Adro, ma che in realtà, come l’iniziativa del sindaco di Adro, dovrebbe far riflettere. Appena pochi giorni fa, alcuni amici, durante una manifestazione leghista in Piazza San Marco hanno osato portare un tricolore: niente di più sbagliato. Sono stati fermati ed identificati dalla polizia per avere con loro il tricolore, insultati e derisi da decine di leghisti e, dulcis in fundo, denunciati per manifestazione non autorizzata e per aver provocato disordini.
Meditate gente, meditate.
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