The Cube

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The Cube, cioè sperimentazione, improvvisazione, coinvolgimento.È il singolare spettacolo che ha riempito piazza Angelio lunedì 19 luglio con “the Kippies”, formazione tutta barghigiana di artisti di varia estrazione: i musicisti Simone Venturi e Andrea Guzzoletti (con un disco in uscita a settembre) e i pittori Keane e Fabrizio Da Prato, che in questi giorni espongono in coppia a Casa Cordati.
Descrivere l’evento è piuttosto semplice, più difficile raccontare la suggestione: un cubo di tre metri di lato costruito con legno e nylon e opacizzato dalla tinta rosata tipica delle facciate barghigiane è stato calato sulla consolle; dentro, tastiera, tromba e sintetizzatore e i due musicisti illuminati da luci che all’esterno restituivano solo le loro ombre.
Fuori i pittori che con secchi di vernice, pennelli e scale hanno dipinto per 1 ora, 1 minuto e 1 secondo, finché la musica non si è fermata.
Dalle quattro mani dentro al cubo sono usciti suoni onirici, elettronici, quasi psicotici; le quattro mani fuori dal cubo hanno dipinto sulle quattro facce linee, tratti più spessi, piccole campiture fino a creare quattro grandi fiori. I fiori delle piante di cappero che crescono sul muro della piazza.
Scaduto il tempo un “cesareo” ha liberato i musicisti: con un cutter il nylon è stato squarciato e Andrea Guzzoletti e Simone Venturi sono tornati al mondo. Una nascita simbolica? Liberazione da una gabbia dorata? Solo spettacolo?
Avevamo detto che sarebbe stato mooolto concettuale, la riflessione finale, dunque, è molto intima e personale.

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