Il Magistrato dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga, dato che nel 2009 ricorreva il 50° dalla scomparsa del cappellano curato della propositura di Barga, l’indimenticato don Ranieri Andreotti (Filettole 1903- Barga 1959), nella riunione del dicembre di quell’anno approvava il proposito, espresso per voce del suo governatore Enrico Cosimini, di rendere nuova vita alla fontana che si trova al centro del cimitero urbano e che il popolo di Barga nel 1959 volle eretta in memoria dell’amato sacerdote. Il libro delle memorie barghigiane ci dice che il 22 marzo del 1959, nel tardo pomeriggio della domenica delle Palme, don Ranieri Andreotti rimase vittima di un gravissimo incidente stradale.
Questi gli accadimenti: dopo una funzione religiosa in Duomo, salito in sella al suo motorino e mentre stava scendendo la via del Piangrande per recarsi a dirigire una prova del coro parrocchiale di Gallicano, all’altezza del Sacro Cuore sentì essergli sfuggita al controllo l’ormai svolazzante tonaca e così entrargli nei raggi della ruota posteriore. Bruscamente cadde rovinosamente sull’asfalto battendo la testa. Alle tre di mattina del successivo 23 marzo, alla prematura età di 56 anni, rese l’anima a Dio all’ospedale di Barga.
La morte di don Andreotti fu vissuta dai barghigiani con un lutto indicibile, sia per i drammatici frangenti che la procurarono, come per la qualità dell’uomo, specialmente solerte nel conforto umano e spirituale durante la Linea Gotica (1944-45). Parimenti lo fu per l’anziano proposto mons. Lino Lombardi, che lo amava come si può amare un figlio e nel quale riponeva una cieca fiducia.
Corsa la voce della sua morte, immediatamente prese corpo l’idea di un imperituro ricordo al suo nome. L’idea fu lanciata dal governatore dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga e Vice Commissario Prefettizio al Comune di Barga cav. Giuseppe Da Prato, trovando nel direttore del Giornale di Barga Bruno Sereni il suo paladino. Fu costituito un “Comitato Cittadino Onoranze a Don Andreotti”, che oltre ai suddetti nel rispettivo ruolo di presidente e segretario, aderirono ancora il prof. Corrado Carradini, il dott. Casare Lucignani, il cav. Gino Nardini, Alfredo Cosimini e il figlio del presidente, Antonio Da Prato.
Il Comitato, viste le offerte ricevute, dall’iniziale idea di una lapide passò a quella di un monumento, realizzato nella fontana da porsi nel cimitero di Barga, come in un bassorilievo artistico (in cui spicca Cristo sulla Croce con sullo sfondo il Duomo di Barga avvolto nel rosso cupo della guerra durante Linea Gotica) da porsi nella cappellina del cimitero di San Giovanni alla Vena (Pi), paese in cui fu sepolto don Andreotti perché lì risiedeva la sua famiglia.
L’odierno intervento alla fontana è stata affidata da parte dell’Arciconfraternita di Misericordia alla ditta Dini di Ghivizzano che la costruì cinquant’anni fa su disegno del pittore prof. Rinaldo Biagioni. Il lavoro, che prenderà avvio in questi giorni e vede la fattiva collaborazione del Comune di Barga nelle vesti del sindaco Marco Bonini e dell’Ufficio Tecnico, si rende necessario per il degrado a cui è stata sottoposta, infatti a distanza di cinquant’anni, oltre ad esser stata ridotta al silenzio, possiamo vedere i suoi marmi fortemente ricoperti da neri licheni, con il furto delle bocche di leone in ottone da cui zampillava l’acqua.
A lavoro ultimato, con la partecipazione delle autorità locali ci sarà la nuova benedizione del monumento da impartirsi da parte del proposto don Stefano Serafini, a cui si unirà un ricordo di don Andreotti, la cui memoria, oltre al restauro della fontana, rivivrà anche in un opuscolo curato dallo scrivente per conto dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga. Sono in fase di definizione altre iniziative.
Pier Giuliano Cecchi
Lascia un commento